Ravenna, giocatori anonimi in crescita del 20%, l'analisi dei gruppi di auto aiuto
Federica Ferruzzi Sono aumentate di circa il 20% le richieste ai gruppi di giocatori anonimi di Ravenna (Ga), due delle dodici realtà che si trovano sull’asse della via Emilia da Rimini a Parma. Ormai da anni sono circa una trentina le persone che si riuniscono tutti i mercoledì ed i giovedì sera nella casa del volontariato di via Oriani per confrontarsi su un problema comune che coinvolge sempre più giovani, il gioco d’azzardo. A raccontare questa realtà, fatta di fatiche e sforzi quotidiani per mantenersi «puliti», è Sandra, componente del gruppo del giovedì. «Ogni sera abbiamo circa 15 persone o poco meno - racconta l’ex giocatrice -, uomini, donne, giovani e e anziani. Il problema è di tutti, donne, giovani e pensionati». E le modalità di arrivo sono le più diverse. «Qualcuno viene mandato dal Ser.T., altri invece vedono il nostro volantino appeso nelle sale giochi e ci chiamano direttamente. Negli ultimi mesi sono venuti molti giovani, purtroppo questa fascia è in crescita anche perchè il gioco è soprattutto on-line: vi si può accedere da tablet o da pc, si può giocare dalla propria camera, in completa solitudine, fuori dal controllo del genitore». E in un momento di difficoltà, dove i soldi sono sempre meno, il gioco d’azzardo apre alla speranza, anche se vana, della grande vincita. «L’idea che corre tra i giocatori e le tante giocatrici è quella del ‘mi metto a posto con una vincita’, ma il più delle volte se vinci sei rovinato a vita perchè non riesci più a smettere. Noi lo vediamo perchè il nostro telefono suona spesso e volentieri, anche se poi la frequentazione è legata alla volontà di ciascuno». E a spingere verso il gioco, secondo Sandra, è la solitudine. «La problematica spazia dall’anziano pensionato che tenta di arrotondare la pensione, ma che alla fine la butta, alla donna che diventa giocatrice per colpa di una solitudine legata a tanti fattori, dall’ambito sentimentale alla perdita del lavoro». Qualunque sia il copione si ripete simile in tutti i 12 gruppi sparsi lungo la via Emilia. «Le caratteristiche sono uguali in tutte le città, gli utenti sono misti sia per sesso che per età e si passa dai 18 agli 80 anni. L’auto-aiuto è una mano tesa nei confronti di chi ha problemi col gioco, ma aiutando gli altri si aiuta anche se stessi».