Michele Moretti racconta la mostra al Mar dedicata ai mattoncini Lego e il suo sogno «Vorrei portare l’arte italiana in giro»

Ravenna | 16 Novembre 2019 Cultura
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Elena Nencini
Due giorni dedicati al magico mondo dei Lego al Museo della città di Ravenna (Mar): all’interno della Biennale del Mosaico contemporaneo inaugura venerdì 15 alle 18 (rimarrà aperta fino alle 21, mentre sabato sarà visitabile dalle 10 alle 20 e domenica dalle 10 alle 19) «Ravenna Brick Festival 2019 - Mattoncini al museo», organizzata da RomagnaLug, in collaborazione con Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura e il Mar.
Se al piano terra si potranno ammirare le più svariate creazioni realizzate con migliaia di Lego, il mondo dei mattoncini spazia anche ai diorama con City, che si compone di edifici, giostre e treni in movimento, un diorama Space anni ‘80/’90, un’ambientazione in stile medievale, una collezione di scacchiere tutte differenti, Peter Pan, i Brickheadz, un meraviglioso Mondo a Colori, la storia di Batman fino a toccare anche il mondo di Star Wars. Non mancherà lo scuolabus giallo, in stile americano lungo 12 metri, proveniente dall’Olanda che sarà parcheggiato davanti al Mar in via di Roma, dove sarà possibile salire e fare esperienza diretta dei lego.
Michele Moretti di RomagnaLug racconta la sua passione per i mattoncini Lego e i pezzi più interessanti.
Quando nasce la sua passione per i mattoncini?
«Come tutti fin da quando siamo bambini e abbiamo la fortuna che un genitore ce ne regali una scatola. Ho continuato con questa passione e ho incontrato tante altre persone, amici che la condividono. Io lo faccio per amore della mia città e perché nutro ancora, a 37 anni, la passione per le costruzioni Lego. Sono state le riproduzioni in scala della vita quotidiana, della società, dell’arte e della cultura a farmi innamorare. Sono un mezzo per veicolare e far conoscere lo stupendo patrimonio artistico di Ravenna e anche del resto di Italia. Mi piacerebbe, insieme a Luca Petraglia fare un progetto complessivo per portare in giro per il mondo tutta l’architettura italiana. Io e Petraglia ci crediamo molto.
Luca ama molto l’architettura e i risultati si vedono anche in questa esposizione».
Quali sono i pezzi forte della mostra?
«Essendo all’interno del museo abbiamo preparato due nuovi mosaici inediti, uno che riproduce con una tecnica lenticolare il busto di Teodora e Giustiniano e, a seconda di come lo si guarda, si vedono un volto o l’altro dei due imperatori. E’ composto da 42mila pezzi e poi la Rocca di Riolo con i suoi 30mila pezzi. Riproponiamo anche il nostro cavallo di battaglia Le colombe abbeveranti, riproduzione con oltre 26000 mattoncini colorati del famoso mosaico bizantino inserito all’interno del Mausoleo di Galla Placidia. Luca Petraglia, lo scorso anno aveva proposto il campanile di Giotto, una riproduzione in scala di 130mila mattoncini, con 450 ore di progettazione e 250 ore di esecuzione che ripresentiamo anche questa volta. Ma anche la famosa cappella Cornaro di Roma (ospita la meravigliosa statua della santa Teresa in estasi di Bernini nda) e la Torre di Pisa, in collaborazione con Orange team di Pisa».
Le opere più grandi hanno un’anima in metallo al loro interno?
«No. Abbiamo deciso di dare loro anche una sorta di aspetto naturale: la basilica di San Vitale per esempio non è incollata, perché i puristi, i veri amanti del mattoncino, preferiscono ‘pensare’ di potere riutilizzare di nuovo il mattoncino. Certo, significa andare contro le leggi della fisica, così è più reale, perché il tetto, per il peso, ha preso una forma un po’ più ondulata. San Vitale ha più di 2000 anni, così è un valore aggiunto non aggiungere l’aiutino. Per la torre di Pisa e San Vitale poi abbiamo previsto anche un impianto di illuminazione interno a led».
L’anno scorso sono arrivate più di 10mila persone a visitare l’esposizione a Palazzo Rasponi pensate di bissare il successo?
«L’anno scorso abbiamo dovuto posticipare di due ore la chiusura proprio per il grande afflusso, quasi 12mila visitatori unici. Quest’anno sto invitando tutti a muoversi per tempo per vedere con calma l’allestimento e le tante opere presenti».
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