Il flautista Andrea Griminelli al concerto in memoria delle vittime di mafia
Per la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, mercoledì 21 la cooperativa Emilia Romagna Concerti presenta due iniziative: alle 18 presso la sala Corelli del teatro Alighieri, ci sarà la presentazione del nuovo libro del generale Angiolo Pellegrini, Noi gli uomini di Falcone, sulla storia dell’allora capitano Pellegrini, al Comando della sezione Anticrimine dell’Arma dei Carabinieri di Palermo negli anni ‘80. Un libro che ricostruisce, dall’interno, a ritmo serrato, il periodo più drammatico ed eroico della lotta a Cosa Nostra.
Alle 21, sempre all’Alighieri, si terrà invece un concerto della Banda Musicale della Guardia di Finanza, diretta da Leonardo Laserra Ingrosso, con la partecipazione del flautista Andrea Griminelli, che interpreterà la Fantasia sulla Carmen di Bizet.
Griminelli, cosa può fare la musica contro la mafia?
«La musica, in particolare quella strumentale, può fare molto. Il suono del flauto accomuna tutte le razze, posso suonare in Cina o in Africa e il suono entra nel cuore, è un linguaggio universale unico. Mafia è il contrario dell’amore, mentre la musica porta avanti un discorso di fratellanza, di amore».
Cosa rappresenta per lei la «Fantasia» sulla «Carmen» di Bizet?
«L’ho eseguita in tanti concerti perché è uno dei brani più caratteristici per il flauto, è molto virtuosistico e adatto per l’organico della banda della Guardia di Finanza che si esibisce con me. Ho suonato questo brano a Central park a New York, davanti a 500mila persone, con orchestre sinfoniche. Sarà un arrangiamento particolare».
È già venuto a Ravenna, cosa l’ha colpito della città?
«Essendo emiliano la conosco molto bene, ho suonato diverse volte all’Alighieri. Mi sento un po’ a casa, anche se vivo a Roma. Ha una storia incredibile e vere bellezze architettoniche. Ritorno sempre volentieri, anche se per un solo brano».
Come mai ha scelto il flauto?
«All’età di 11 anni ho iniziato con il flauto dolce, come usava alle scuole medie. Per me era semplice, la professoressa che ci seguiva era molto brava. Imparai in un mese tutti i brani dei tre anni. L’anno successivo mi iscrissi al conservatorio». (e.nen)