Si entra per trovare un posto caldo, per il wi-fi, per il bagno. Le biblioteche del territorio, negli ultimi anni, sono diventate sempre di più un rifugio per stranieri e persone in difficoltà economica.
LUGO
Fenomeno che Luciana Cumino, da poche settimane coordinatrice della Trisi di Lugo, ha subito notato e con grande positività: «Questa è una realtà con una presenza importante di extracomunitari, fenomeno che si ripercuote anche sulla biblioteca, che qui è un punto di riferimento davvero notevole. Ben venga, direi: la vocazione delle biblioteche è anche e soprattutto sociale e spero di poter lavorare, in futuro, per avere una rappresentanza di tutte le classi, comprese quelle più basse». Secondo Cumino lo sguardo dev’essere lungimirante: «La Trisi ha il vantaggio di avere il patrimonio più fruibile all’ingresso, ben visibile. Narrativa, libri fantasy e gialli attraggono anche chi ha un livello culturale non troppo alto. Senza contare che i dizionari, i libri in lingua e i giornali dell’emeroteca possono interessare gli stranieri. Credo che si arrivi qui per un motivo ma poi, alla fine, si finisca per accedere ai servizi bibliotecari classici. In questo senso, in tempi di crisi e cambiamenti, le biblioteche hanno enormi potenzialità, tutte da sfruttare».
FAENZA
Sulla stessa linea d’onda è Daniela Simonini, direttrice della Manfrediana di Faenza: «Essendo le biblioteche luoghi d’accesso liberi a tutti, capita anche a noi di vedere sempre più spesso extracomunitari o persone del posto in situazioni di difficoltà. Addirittura due di loro sono diventate nel tempo una presenza fissa, tanto che adesso una ci aiuta a tenere puliti i chiostri e l’altra si occupa di una sala in particolare». Solo di rado succedono episodi che richiedo l’intervento delle forze dell’ordine o controlli ulteriori: «Ma capita in virtù del fatto che siamo un servizio per il pubblico, non perché gli stranieri o la crisi abbiano comportato per noi un aggravio». Anche a Faenza, i cambiamenti che si verificano nell’utenza generale si traducono nell’accesso ai servizi: «Non solo al prestito libri ma anche alla consultazione dei quotidiani e all’utilizzo delle postazioni Internet e della navigazione gratuita».
RAVENNA
Rare le infrazioni anche alla Classense di Ravenna, come conferma il direttore Maurizio Tarantino: «Sono qui da dieci mesi e gli episodi di mancato rispetto delle regole sono stati pochissimi. Il personale è preparato, abbiamo strumenti tecnici per fare prevenzione. Ma crediamo soprattutto che un luogo aperto e accessibile come il nostro, in fin dei conti, si presti poco ai malintenzionati». Al contrario, la funzione di socializzazione della biblioteca può andare a braccetto con la sua vocazione più strettamente culturale: «Abbiamo la fortuna di avere a disposizione due chiostri e 26mila metri quadrati di spazio. Qui c’è posto per tutti, non solo per chi ha bisogno di studiare e fare ricerca. Anzi, chi entra solo per trovare una sala riscaldata d’inverno e fresca d’estate o per fare due chiacchiere, spesso scopre un libro interessante, un evento, un’attività. Insomma, come spesso abbiamo modo di verificare, si attivano cortocircuiti più che positivi». (Silvia Manzani)