A Filetto con «Equidistanze Residenze artistiche 2020» un confronto continuo
Elena Nencini
Alessandra Carini e Marco Miccoli, personaggi ben conosciuti a Ravenna per Magazzeno Art Gallery, l’unica galleria d’arte in darsena che ha proposto nei suoi due anni e mezzo di attività una quarantina di mostre legate a giovani emergenti, in particolare del mondo della street art. I due responsabili hanno deciso, alla fine del 2019, di spostare la sede a Bologna, città più viva per gli eventi espositivi sia a livello nazionale che internazionale. Ma questo non significa che ‘gli investimenti culturali’ su Ravenna e sul suo territorio siano finiti. Infatti hanno deciso di lanciare a Filetto il progetto «Equidistanze, Residenze Artistiche 2020», come spiega Carini, che insieme a Miccoli, è la curatrice.
Quante domande sono arrivate?
«Sono più di 80 le richieste arrivate da tutta Italia: ad aprile abbiamo fatto un bando on line, promosso dalla galleria, rivolto sia ad artisti già affermati che a studenti ancora in corso dell’Accademia di Belle Arti. Tra questi ne abbiamo scelti 20, gli altri 11 sono stati invitati direttamente, sono artisti con cui collaboriamo già da tempo».
Come si svolge la loro giornata?
«Non è una residenza accademica, non ci sono orari prestabiliti di lavoro, ognuno è padrone del proprio tempo. All’interno del casale dove sono ospitati c’è un laboratorio molto grande dove possono lavorare, anche se molti di loro preferiscono usufruire del parco dell’abitazione. L’unica regola che devono rispettare è il macro tema che abbiamo scelto: legato a quello che stiamo vivendo, alla pandemia, ai fatti di discriminazione accaduti negli Usa, alla reclusione, al distanziamento sociale. Ognuno li sviluppa con le proprie tecniche. Ogni sera c’è poi un momento di confronto, dove gli artisti esprimono dubbi, perplessità su quello che stanno facendo. Un continuo scambio, il lavoro viene seguito così passo passo. Inoltre ogni settimana c’è sempre un confronto professionale con l’esterno, come un curatore, un giornalista, un operatore culturale. La residenza dura due mesi dal 1 luglio al 31 agosto, gli artisti possono scegliere di restare minimo una settimana, massimo 10 giorni».
Come è nata questa idea?
«La Residenza d’artista non è un’idea nuova naturalmente, ma l’avevo in testa già da qualche tempo. Nel mio lavoro ne ho viste tante e pensavo che la casa in campagna fosse perfetta, con tante camere da letto, spazi ben divisi. E poi c’è stata la pandemia e ho pensato che sarebbe stata un’estate diversa dalle altre e poteva essere l’occasione per sostenere gli artisti in questo momento di grande crisi e la possibilità per me di conoscerne altri visto che le fiere sono chiuse. Le fiere sono momenti importanti per un gallerista. Quindi questo progetto è nato da un’idea vecchia, ma anche da una necessità.
Vorrei che proseguisse nei prossimi anni e non si fermasse a questo 2020».
Come si concluderà il progetto?
«Nell’autunno 2020, sarà organizzata una grande mostra collettiva a Ravenna nella nuova sede di Magazzeno Art Gallery, al primo piano di un palazzo in pieno centro storico, comprensiva dei lavori realizzati, che vedrà anche la produzione di un catalogo; il tutto sarà visitabile e consultabile anche online, tramite tour e letture virtuali.
Sarà allestita un piccolo estratto della mostra anche nella sede di Bologna, in via Mascarella 16».