Le «Ricette d’amore» di Maria Pia Timo al Masini

Federico Savini
«Per fortuna viviamo in un Paese in cui una donna, pur con tutte le difficoltà del caso, può fare carriera e rendersi indipendente. Il che non significa che degli uomini possiamo fare a meno così facilmente, direi che lo spettacolo lo racconta piuttosto bene». Porta in scena per la prima volta nella «sua» Faenza quelle Ricette d’amore che da oltre un anno l’hanno vista calcare i palcoscenici di mezza Italia. E’ Maria Pia Timo, attrice faentina che venerdì 19, alle 21, tornerà a calcare il palcoscenico del teatro Masini all’interno di un nutrito cast di attrici - con un attore maschio -, in una commedia che racconta le donne dal punto di vista donne, con la loro forza al centro, insieme a qualche debolezza.
«E la cucina questa volta c’entra solo nel titolo - precisa Maria Pia -, perché è vero che in scena c’è una cucina, ma si tratta solo di un escamotage narrativo, perché le quattro protagoniste dello spettacolo seguono insieme un corso da chef».
E’ il secondo allestimento dello spettacolo?
«Più che un secondo allestimento abbiamo aggiustato il cast, poiché Laura Freddi è incinta e Thomas Santu è impegnato con Elio in Spamalot, ma è stato sostituito benissimo da Beppe Convertini. Con Ricette d’amore abbiamo girato tanti teatri, funziona soprattutto perché è molto divertente ma comunque anomalo per una rassegna di “teatro comico”, che in genere propone dei monologhi. Questa è una vera commedia, con una scenografia ricca e un testo molto ragionato».
Di che parla?
«Di quattro donne realizzate, molto sicure di sé, che però vengono messe in crisi dall’arrivo di questo belloccio che attira le loro attenzioni, “smazza le carte” e ognuna cerca di mettersi in mostra. E’ una commedia scritta e pensata al femmile, ma sa “arrivare” anche agli uomini».
In che senso?
«Perché inquadra molto bene quattro tipologie femminili in cui è facile riconoscere tratti della moglie o della fidanzata. E’ un testo contemporaneo scritto da Cinzia Berni, che è anche la protagonista (le altre due sono Roberta Garzia e Francesca Bellucci, nda), molto brillante ma mai banale o volgare. Lavorare insieme a Cinzia, che l’ha scritto, ci ha permesso di confrontarci con lei sul testo e ne abbiamo colto tutta la profondità, al punto non c’è bisogno di calcare inutilmente la mano per farne emergere la comicità».
Con il Bollito d’Amore avete invece fatto il pieno al Celebrazioni, a Bologna, durante le feste.
«E’ stato davvero un successo enorme, con diversi sold out in un teatro così grande. Nella prossima stagione faremo una lunga tournée con questo spettacolo su Pellegrino Artusi che ha dato grandi soddisfazioni anche a Roberto Pozzi, alla sua prima commedia teatrale con un ambizioso testo dal sapore ottocentesco ma capace di far ridere. Lavorare con Vito per me è sempre bellissimo, siamo come la piadina col prosciutto, ben assortiti! La regia di Alessandro Benvenuti ha dato “spessore” a tutto quanto; grazie a lui aleggia qualcosa di romantico, nel senso ottocentesco del termine, l’atmosfera mi fa pensare a Verdi. D’altra parte, la cucina di Artusi ha fatto l’Italia come poche altre cose!».