Economia circolare: da rifiuto a risorsa. Gli esempi di Curti, Caviro, Astra e gdo

Faenza | 02 Aprile 2017 Economia
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La materia è di sicuro interesse, ma anche molto complessa da inquadrare. Fatto sta che l’economia circolare, che tende a valorizzare i rifiuti come risorsa, è sempre più studiata e messa nel capitolo delle buone pratiche.

ASTRA, AGRICOLTURA CIRCOLARE
Gli scarti agricoli come risorsa. E’ questo l’obiettivo del progetto «Agricolutra circolare» avviato un anno fa dal consorzio Astra di Faenza che vuole dare una seconda vita a tutto quello che nei campi non viene più usato. Nel 2016 Astra ha recuperato 20.000 tonnellate di fanghi dell’industria enologica e 40.000 tonnellate di legna, poi utilizzate dalle centrali verdi della Dister Energia di Faenza e della San Marco Bioenergie di Bando d’Argenta. Astra svolge questo progetto con quattro imprese del consorzio: Recywood che recupera biomasse legnose provenienti da agricoltura-selvicoltura; Recter che recupera materiali plastici, cemento, macerie; ReMaInd che recupera contenitori di fitofarmaci bonificati, batterie, oli es., filtri; ed EcoSer che fornisce fango palabile di origine agroalimentare e compost. «A un anno di distanza siamo molto contenti dei risultati del progetto, grazie al coinvolgimento del mondo agricolo che ci chiede sempre più servizi come il ritiro di fitofarmaci, oli, batterie, manichette, teli anti grandine, pali di cemento - commenta l’amministratore delegato Boris Pesci -. Noi riusciamo a fare una raccolta a chiamata a domicilio, gratuita entro 70 chilometri. E’ molto apprezzata anche la disponibilità a dare fanghi, visto che siamo in presenza di terreni a bassa capacità organica dopo 40 anni di fertilizzanti chimici. Le prospettive del 2017 sono migliorare i quantitativi dell’anno scorso per fanghi e legno, oltre ad aumentare la micro-raccolta presso gli agricoltori, anche a fronte della richiesta fatta in Regione di unire in un unico accordo di programma i vari accordi provinciali».

CAVIRO, IN DISCARICA LO 0,1%
L’anno scorso, nella visita in occasione dei 50 anni di Caviro, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, aveva dichiarato il proprio apprezzamento per la gestione della cooperativa faentina che associa 12.000 viticoltori ed riesce a utilizzare il 99,9% delle proprie materie prime: dalla vigna, l’uva viene conferita alle cantine sociali e trasformata in vino in Caviro. Oltre al vino ci sono «sottoprodotti» in ambito farmaceutico, alimentare e agronomico. Gli scarti diventano energia, compost e fanghi ad uso agricolo. Il risultato in discarica? Lo 0,1% del totale.
Tramite Enomondo (di cui Caviro è socia insieme a Hera) trasforma ogni anno in energia termoelettrica, grazie a quattro generatori di vapore e tre turbine alimentate dal vapore stesso, 80mila tonnellate di potature, 110 tonnellate di vinaccia e cippati di legno e 30mila tonnellate di scarti vegetali. Il risultato è la produzione di 105mila MWh di energia termica e 81mila MWh di energia elettrica.

CURTI, 4 PROGETTI «GREEN»
La Curti, in collaborazione con l’Università di Bologna e altre, è impegnata in attività di ricerca e sviluppo sul tema della sostenibilità ambientale e nel campo dell’economia circolare. Ad oggi quattro sono i filoni perseguiti: recupero pneumatici fuori uso, riciclo e riutilizzo fibre di carbonio, gassificazione di legno e logistica della raccolta e recupero dei cibi prossimi alla scadenza e loro spacchettamento. Per quanto riguarda gli pneumatici, la Curti ha realizzato un impianto pilota per la produzione di materie prime secondarie (carbon black, olio, gas e acciaio) da riutilizzare nella produzione di gomme e per produrre energia. Nel caso delle fibre di carbonio l’impresa di Castel Bolognese ha messo a punto un processo per recuperare dagli scarti di produzione e dai prodotti a fine vita, fibra di carbonio che possa essere riutilizzata per la produzione di nuovi manufatti. E’ inoltre ad uno stadio avanzato lo sviluppo di un prototipo che gassifica il legno per produrre energia elettrica e termica su piccola scala: la materia di recupero viene trattata ad alte temperature creando un gas simile al metano per produrre energia e ceneri che possono essere riutilizzate come fertilizzante. Infine la Curti è coinvolta in un progetto con partner accademici e industriali per gestire efficientemente la logistica dei cibi prossimi alla scadenza, che prevede la separazione del packaging dalla parte organica: la prima potrà essere riciclata, mentre la seconda può essere avviata alla produzione di mangimi per l’alimentazione animale o alla produzione di biogas.

PRODOTTI IN SCADENZA
I due principali player della grande distribuzione organizzata che operano nel ravennate, ossia Coop Alleanza 3.0 e i dettaglianti associati a Cia-Conad, da anni riducono in maniera notevole gli scarti alimentari grazie a interessanti iniziative come «Brutti ma Buoni» (Coop) o «Last Minute Market» (Conad), mentre la più piccola Coop Reno (in provincia ha supermercati a Bagnara e Riolo) la chiama «Carrello amico».
Il progetto ha come obiettivo il recupero e l’utilizzo, a fini di solidarietà, della merce che per motivi vari (confezioni danneggiate, etichette deteriorate, ecc.) non può più essere posta in vendita, pur mantenendo inalterate le proprie caratteristiche d’uso, nutrizionali e igieniche, assegnandola a titolo gratuito ad associazioni di volontariato che operano sul fronte della povertà e del bisogno.

Christian Fossi
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