Basket B, intervista al gm Baccarini: "Voglio costruire una Rekico da corsa, il processo di crescita deve continuare"
Valerio Roila
Andrea Baccarini è l’amico con il quale andresti a bere un bicchiere di Sangiovese o a fare una partitella al campetto. Il general manager della Rekico è un libro aperto, con il sorriso pronto a distendersi cordiale, e pare sempre sul punto di allentare un virtuale nodo della cravatta per parlare di basket, dalla NBA, all’amata Fortitudo, fino a giovanili ed amatori. Ma non provate a parlargli di mercato e di strategie della squadra in allestimento. Perché la sua professionalità prevarrebbe, opponendo una «poker face» impenetrabile e non scucendo un nome nemmeno sotto tortura. Di lui i procuratori dicono che la sappia lunga, e che la sappia anche raccontare. Ci abbiamo provato anche noi, con qualche successo solo quando l’abbiamo fatto divertire con voli di fantasia.
Un campionato positivo, vissuto tra attimi esaltanti e qualche passaggio in chiaroscuro. Quali sono stati il momento più bello e quello più brutto?
«All’avvio eravamo pieni di punti interrogativi, quindi già riscontrare di aver trovato subito l’amalgama è stato bellissimo. Ma di certo la vittoria con Caserta in Coppa e gara-tre con San Miniato sono stati i punti più alti toccati in stagione. Il più brutto è stato a cavallo tra girone di andata e ritorno, con le sconfitte che hanno fatto venire meno le nostre certezze. L’ingaggio di Sgobba ci ha fatto ripartire, mostrando come le basi fossero solide».
È stato difficile prendere un giocatore di tale esperienza? Qual è stata la discriminante che vi ha permesso di arrivare per primi?
«Serve la pazienza per attendere le occasioni giuste, restando con le antenne dritte quando capita quella buona. Noi, appena abbiamo sentito dire che Sgobba sarebbe andato via da Scafati, ci siamo fiondati ed è andata bene».
Purtroppo, la dura legge dei play off dice che o vinci il campionato o termini con una sconfitta. Nel vostro caso è stata Omegna a sbarrarvi la strada. Quali sono le dinamiche emotive dopo questa eliminazione? Si tende ad avere astio nei confronti di chi vi ha estromesso o magari invece a tenere per loro, in modo da avere il vanto di essere stati battuti da chi poi è stato promosso?
«Personalmente non ho sentimenti particolari. La Paffoni è attrezzata per il salto di categoria, ha dimostrato il suo valore, e le abbiamo reso onore. Ma le finali sono equilibrate e non ho preferenze».
Arriva ora il momento di pensare alla prossima stagione. In queste ore vi state incontrando con coach Friso, ed è a breve atteso l’annuncio che per il contratto «1+1» nessuna delle due parti approfitterà della clausola di uscita e che quindi il matrimonio proseguirà. Tra gli atleti, Zampa ha un biennale e Costanzelli un «1+1». Ma anche altri avranno possibilità di riconferma?
«Ci stiamo vedendo in questi giorni con il tecnico e stiamo anche riprendendo gli allenamenti coi giocatori. Io penso che i pezzi di carta, oggi giorno, lascino il tempo che trovano: se c’è la volontà per continuare il percorso, ci si accorda in un attimo. Ma ogni considerazione va valutata anche in base al budget che riusciremo a predisporre, ancora in via di definizione».
Che tipo di squadra vi piacerebbe allestire?
«Come molte altre squadre ad inizio stagione, il progetto è quello di una squadra da corsa, intensa, che sappia imprimere pressione costante, e butti il cuore oltre l’ostacolo. Caratteristiche che il pubblico apprezza. Per avere un’idea, una tipologia adottata dalla San Miniato che ci ha conteso il passaggio del turno. Ci vogliono gli interpreti giusti, ma siamo ancora agli albori del mercato, i campionati devono chiudersi ed ogni decisione è prematura. Con la retrocessione di Cento e Piacenza e la probabile promozione di Rimini, ci si prepara un girone di ferro. Sarà un mercato difficile, ma anche stimolante».
Se avesse a disposizione un budget sconfinato, quale sarebbe il primo giocatore italiano che inchiostrerebbe?
«Matteo Fantinelli».
E tra cinque anni, dove vede i Raggisolaris?
«L’obiettivo è quello di crescere e fare un passo avanti ogni anno. Io non rinuncio a sogni ed ambizioni, e ti dico che la vedo in Serie A».