Ravenna, pronta in due anni la diga frangiflutti. Salvini pensa al nuovo presidente di Autorità Portuale
Elena Nencini
«Una città sempre più orientata verso la transizione energetica» così il presidente dell’Autorità Portuale, Daniele Rossi, e il vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini hanno definito Ravenna.
L’occasione è stata la firma del contratto per la realizzazione della diga di protezione del rigassificatore di Ravenna, affidato all’azienda campana RCM Costruzioni e a Acciona, società spagnola che si occupa di ingegneria civile, costruzioni e infrastrutture, per un progetto da oltre 200 milioni, finanziati in gran parte da Cassa Depositi e Prestiti.
La diga frangiflutti, detta «Breakwater», progettata da SNAM FSRU Italia S.r.l., consiste nella realizzazione di una nuova diga foranea a parete verticale che avrà la funzione di proteggere dal moto ondoso il rigassificatore che sorge al largo della costa di Ravenna, anche nelle condizioni meteo-marine più avverse. L’opera consisterà in una banchina verticale in cemento armato, con una lunghezza di 880 metri e una larghezza di 22 metri e avrà l’obiettivo di proteggere il rigassificatore. Il progetto sarà situato a 8,5 km dalla costa di Punta Marina, a sud del porto di Ravenna, nel Mar Adriatico settentrionale, e prevede un periodo di completamento di 24 mesi. E’ prevista la possibilità di una accelerazione dei lavori, con conseguente riduzione delle tempistiche stimate.
L’intervento rientra nell’ambito delle iniziative legate alla realizzazione di nuove capacità di rigassificazione nel nostro Paese, con l’obiettivo di diversificare le fonti di approvvigionamento di gas ai fini della sicurezza energetica nazionale.
ENERGIA SEMPRE PIU’ GREEN
Il Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Daniele Rossi sottolinea come: «Questa opera fa parte di un percorso di evoluzione che tutti i porti dovranno affrontare per diventare anche hub energetici e digitali, non essendo più da tempo solo luoghi di movimentazione delle merci. Il porto di Ravenna ha già intrapreso questo percorso forte della sua tradizione nel settore dell’energia e i tanti progetti in corso di realizzazione in questo ambito saranno in grado di garantire una transizione controllata, efficace e ragionevole, verso forme di energia più green e sostenibili». Rossi ha poi ricordato il contributo che Ravenna dà al sistema energetico nazionale con la scelta di installare il rigassificatore Snam, a cui si aggiungono gli investimenti nel parco eolico Agnes, l’impianto Eni di cattura di CO2, il deposito di Gnl.
Elio Rainone di Rcm Costruzioni ha dichiarato: «Siamo consapevoli delle sfide che un’opera di questa portata comporta e siamo pronti ad affrontarle, rispettando le tempistiche previste, per contribuire a un progetto significativo per il nostro paese in ambito energetico».
SALVINI: «UNIONE DI INTENTI»
Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, che era presente alla firma, ha voluto sottolineare i 5 miliardi di investimenti che ruotano attorno al Porto di Ravenna di cui 4 miliardi frutto di investimenti privati e ha enfatizzato soprattutto la «Collaborazione positiva fra istituzioni pubbliche e privato, dettato da un approccio costruttivo e condiviso, che guarda al futuro. Mentre a volte è più facile che ci si scontri con dei ‘no’ a livello territoriale. Invece quando prevalgono i sì arriva lo sviluppo. Qui c’è stata e c’è unione di intenti, a prescindere dai colori. Da parte del Ministero c’è l’impegno a potenziare le infrastrutture stradali e ferroviarie per guadagnare ulteriore tempo e competitività».
Non è mancata una riflessione di Salvini sulla nomina nel 2025 del presidente dell’Autorità di sistema portuale di Ravenna, alla scadenza del doppio mandato di Daniele Rossi: «Insieme al viceministro Rixi stiamo lavorando alla riforma per rendere efficiente la gestione dei porti. Sono 8 le autorità di sistema portuale che vanno a rinnovo a fine anno. Per Ravenna ragioneremo con tutti i sogegtti coinvolti, pensiamo a persone che accompagnino lo sviluppo e non lo frenino».