Ravenna, Maresi (coop S.Vitale) racconta l’iniziativa antispreco di Hera: «Mille pasti per tanti fragili, “CiboAmico” ci aiuta molto»
Elena Nencini
Si chiama «CiboAmico» l’iniziativa di Hera che vede il recupero - nel rispetto di tutte le norme igieniche e sanitarie previste - dei pasti non consumati dalle mense aziendali del Gruppo Hera. Il progetto coinvolge 8 mense emiliano-romagnole a servizio di sedi della multiutility: Bologna, Granarolo dell’Emilia, Rimini Ferrara, Ravenna, Modena, Forlì e Cesena.
A Ravenna, dove è partito nel 2022, i pasti recuperati sono stati destinati alla cooperativa sociale San Vitale che per il primo semestre del 2024 ha visto recuperare quasi 1.000 pasti, per un valore complessivo di quasi 3.700 euro. Un risparmio che ha consentito alla onlus coinvolta di investire le risorse così liberate in altri progetti. La cooperativa San Vitale provvede al ritiro delle eccedenze alimentari e alla loro redistribuzione, come racconta Romina Maresi, presidente della cooperativa.
Hera ha creato «CiboAmico» a cui avete aderito. Come viene usato il cibo che arriva dalle mense?
«Li andiamo a prendere noi visto che la nostra sede è vicina alla mensa di Hera e siamo accreditati per ritirarli: si è creato un bel rapporto con lo staff della cucina che ci avverte quando sono avanzati dei pasti, da lunedì a venerdì, così possiamo organizzarci e andarli a ritirare. È un bel progetto per mettere in piedi quelle persone che non sono ancora in grado di essere autonome. E’ una risorsa anche se instabile perché in alcuni giorni arriva molto e altri invece no: i nostri operatori aiutano le persone che seguiamo a congelare il sovrappiù».
A chi destinate questi pasti?
«Come cooperativa abbiamo in carico diversi fragili, sia residenti - all’interno della cooperativa o in cohousing - che persone che si rivolgono a noi solo per i servizi diurni. Siamo fortemente connessi con i servizi socio-sanitari perché seguiamo persone con problemi di fragilità a cui diamo la possibilità di costruirsi un futuro. Ci piace connotarci come una impresa di ‘transizione’ che attiva le potenzialità delle persone, diamo accoglienze differenziate con supporti diversi a seconda delle problematiche. Il nostro modo punta a fornire un supporto che attivi le risorse personali di ognuno più che fornire solo assistenza. Quando le persone possono permettersi di pensare a un altrove e possano salutarci per andare in un’altra direzione ne siamo felici».
Anche solo un pasto può aiutare?
«Si tratta di persone che sono all’interno di un loro percorso di crescita personale, ma che devono fare i conti con le proprie risorse economiche e non solo. I pasti diventano il modo per fare fronte ad altre spese, come l’affitto, l’acquisto di un motorino o di una macchina, ma anche un vestito nuovo. “CiboAmico” ci consente di rimettere in piedi dei giovani che stanno seguendo percorsi di inclusione sociale e lavorativa all’interno della cooperativa. Trovare un pasto caldo, già pronto per chi torna da lavoro fa casa. E’ un gesto piccolo ma grande. Servono tanti sostegni per queste persone».