Ravenna, Falconi (Fond.Flaminia): «Al via i lavori per lo studentato in viale Farini, sarà pronto nel 2026»

Emilia Romagna | 26 Luglio 2024 Cronaca
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Elena Nencini
Le sedi decentrate dell’Alma Mater Studiorum dell’università di Bologna in Romagna nascono sul finire degli Ottanta: la prima fu proprio Ravenna con la laurea in scienze ambientali nel 1989, a cui si sono aggiunte negli anni Conservazione dei beni culturali, Giurisprudenza, i corsi legati alle professioni sanitarie di Logopedia e Infermieristica di Medicina a Faenza, la Laurea in Ingegneria Edile. A questa offerta si aggiunge il Corso in Chimica e Tecnologia e per l’Ambiente e i Materiali a Faenza e la laurea Magistrale in Sistemi Edilizi e Urbani di Ingegneria, la Laurea Magistrale in Biologia Marina e in Analisi e Gestione dell’Ambiente. Ultima laurea quella in medicina e chirurgia con frequenza obbligatoria.
Per il 2023 la popolazione universitaria che risiede a Ravenna è di circa 4mila studenti (gli iscritti al Campus sono complessivamente oltre ventimila).
Una popolazione universitaria che in buona parte viene da fuori città e che necessita di alloggi per dormire, un problema di molte città universitarie e che Fondazione Flaminia, in accordo con il Comune di Ravenna, è impegnata a risolvere con diverse soluzioni come spiega la presidente di Flaminia Mirella Falconi. 
E’ appena uscito un nuovo bando per gli alloggi di quanti posti parliamo?
«Sono nel complesso 97 i posti letto messi a bando da Fondazione Flaminia in collaborazione con Comune di Ravenna per l’anno accademico 2024/2025. Possono concorrere all’assegnazione gli studenti iscritti ai corsi di laurea del Campus di Ravenna, dell’Accademia di Belle Arti e dell’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘G.Verdi’ di Ravenna.
Stiamo cercando progressivamente di aumentarlo per far fronte alle esigenze delle richieste, con prezzi calmierati in attesa dello studentato Isola San Giovanni. Gli alloggi si trovano nei plessi di via Nino Bixio, via Le Corbusier e via d’Azeglio (per info vedi www.fondazioneflaminia.it., entro il 6 settembre). Il prezzo della retta va da un minimo di 145 ad un massimo di 215 euro più le spese per la stanza doppia, e da un minimo di 185 a un massimo di 270 euro più le spese per la singola. Le tariffe degli alloggi non hanno subito aumenti e sono mantenute calmierate per agevolare gli studenti fuori sede del campus.
Per aumentare la disponibilità dei posti lo studentato vicino alla stazione costituirà un punto importante?
«Certamente, come da tempo aspettiamo questo momento, siamo all’inizi dei lavori finalmente, non credo si riuscirà prima di agosto, prima della fine dell’estate i lavori partiranno. E’ stata completata tutta la parte burocratica, è stato fatto l’affidamento alla ditta incaricata, aspettiamo gli ultimi tempi tecnici».
Quanto tempo dureranno i lavori?
«Conto per la fine del 2025, massimo inizio del 2026 saranno finiti, un massimo di due anni: ci sono stati dei rallentamenti tecnici, ma che abbiamo cercato di risolvere».
Si completa così l’offerta alloggi per gli studenti?
«La realizzazione di una residenza per studenti in città già è fortemente strategica: dovremmo raddoppiare o più che raddoppiare la disponibilità di posti letto. Ciò significa potenziare l’accoglienza e i servizi a tutta la comunità universitaria, che contribuirà a rafforzare l’identità di Ravenna come città universitaria. Inoltre il progetto riqualificherà la zona che diventerà area universitaria e di prima accoglienza di docenti e studenti».
Nel corso del tempo avete intrapreso anche altre azioni sul territorio con Asppi e Santa Teresa per aumentare l’offerta posti letto?
«Abbiamo cercato di avvicinare la città alle richieste degli studenti per fare in modo che non ci fosse diffidenza o timore a dare case in affitto agli studenti. E direi che ci siamo riusciti. La situazione e la disponibilità dei privati per affittare a studenti ci sta. Dobbiamo solo cercare di migliorare ulteriormente il rapporto con la città per favorire l’insediamento degli studenti internazionali. Sul fronte dei servizi abitativi è stata avviata e ampliata con ulteriori locali la foresteria docenti per ospitare specializzandi e visiting professor, è stato rinnovato l’accordo con Asppi per facilitare gli studenti nella ricerca di appartamenti ed è stato sottoscritto un accordo con il Sunia al fine di promuovere la conoscenza dei contratti di locazione rivolti specificamente agli studenti universitari».

A Santa Teresa si vive in comunità
A Santa Teresa si vive in una comunità come spiega il vice direttore dell’Opera di Santa Teresa Luciano Di Buò: «Ci sono due studentati nelle nostre strutture: il primo è gestito da Er.Go, si trova nell’edificio dove c’è la Casa della Carità, e sono in corso dei lavori di ristrutturazione. Al primo piano ci sono 25 posti letto, ma grazie ai lavori di adeguamento arriveremo a un totale di 100 posti. Lo studentato potrà così avere altri 6 posti arrivando a 31 ospiti, mentre gli altri sono riservati a indigenti e ai bisognosi della Casa della Carità. Come Opera gestiamo l’altro dormitorio che può ospitare 25 studenti. Ci sono molti ragazzi che vengono da lontano, non solo italiani. Adesso abbiamo 1 iraniana, 1 turco, 1 brasiliano, 1 spagnola, 1 cileno».  Di Buò sottolinea: «Vorremmo modificare il regolamento dello studentato per dare maggiore peso all’isee di queste famiglie e aiutare così quelle maggiormente in difficoltà. I ragazzi che dormono qui  fanno anche attività di volontariato, aiutano alla mensa dei poveri e nelle altre attività di volontariato dell’Opera. Vivono realmente in città all’interno di una comunità».

Il progetto
L’intervento di ristrutturazione riguarda l’immobile di piazzale Farini 21, ha una superficie di circa 3800 mq distribuita su cinque piani fuori terra più l’interrato. Il progetto prevede 112 posti letto suddivisi in 9 minialloggi, 43 camere doppie e 12 singole. Ci saranno spazi collettivi (sale studio e ricreative, cucine comuni, palestra) e di servizio. Sono previste soluzioni impiantistiche tecnologicamente avanzate per ottenere un elevato grado di risparmio energetico. Il costo è di circa 7,9 milioni di euro. Il cofinanziamento ministeriale è di oltre 3,6 milioni di euro.
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