Alluvione, tassi bancari, ripresa economica e rapporto banche-imprese sono stati i temi toccati da Antonio Patuelli, Presidente di Abi (Associazione Bancaria Italiana) e del Gruppo La Cassa di Ravenna, intervenendo a Fattore R, il forum organizzato dalle Camere di Commercio di Ferrara e Ravenna e da quelle della Romagna, e svoltosi questa mattina al Teatro Alighieri di Ravenna. Sull’alluvione Patuelli è stato particolarmente incisivo: <Mi meraviglio che ci sia una meraviglia per quello che succede _ ha detto _, noi siamo i Paesi Bassi d’Italia e chi dimentica questo si meraviglia, non prevede e non si prepara. Noi, qui dove siamo adesso, o siamo su un argine di un antico fiumicello o su un’isola, perché qui siamo in una laguna interrata e non dobbiamo dimenticarcene mai. L’antica capitale fu collocata a Ravenna proprio perché era considerata imprendibile per terra e mare, nel 467 Ravenna era definitiva ‘come una vera e propria palude in cui tutto va al contrario, i muri crollano, le torri scorrono giù e le navi si piantano, per cui Ravenna ha un territorio ma non si può dire che abbia terra’. Poi il Presidente della Cassa ha ricordato un episodio personale: ‘Mio nonno – ha spiegato _ mi ha portato sul Lamone, il fiume che ha rotto nuovamente ieri sera a Traversara, e stavano facendo l’argine e la foce, perché il fiume non aveva né la foce a delta né a estuario, e sboccava in una landa desolata. Pensate come possa essere una situazione normale e tranquillizzante questa. Se non sappiamo che il problema delle acque e della terra non è di ordinaria amministrazione, ma straordinaria, non risolveremo mai il problema. Cinquanta anni fa una legge speciale contro la subsidenza ha funzionato, oggi siamo di fronte a questa emergenza e dobbiamo avere una legge speciale con un Magistrato delle Acque che possa porre in essere iniziative straordinarie e urgenti altrimenti non ce la caviamo’.
Poi il tema dei prestiti alle imprese in termini di sostenibilità: ‘Sono convinto _ ha detto Patuelli _ che le imprese abbiano in materia una cultura molto accresciuta e molto aiutata dalle associazioni, è aumentata l’aspettativa verso questo tema, e per questo sono cresciuti gli investimenti. Il secondo fattore che ha favorito la loro ripresa è stata la riduzione dei tassi. I tassi erano cresciuti con l’inflazione, ma da tempo sono in calo ed i tassi reali di mercato calano molto più dei tassi della Bce. I tassi reali sono iniziati a calare prima del primo calo della Bce, e poi c’ stata un’altra riduzione prima del secondo calo Bce e oggi siamo alle prese col terzo che anticipa il prossimo calo Bce. Il mercato è più veloce delle riduzioni ufficiali. Ci sono oggi condizioni di ripresa, lo dice l’Istat, anzi possiamo dire che oggi cominceremo a vedere dei germogli di ripresa’.
Su tasse ed investimenti Patuelli è stato categorico: ‘Il mercato europeo è unico, non siamo Stati nazionali con confini e le singole economie Nazionali competono e attirano o respingono capitali. Più le tasse sono alte, più la ricchezza e i valori vanno via. Secondo la nota sull’andamento delle entrate di bilancio dell’Italia è previsto che nel 2027 il totale delle entrate dello Stato aumenti da 992 miliardi di euro del 2023 a 1117 miliardi del 2027. Ovvero: 29,5 miliardi nel 2024, 50 nel 2025, poi 34 e 11 nel 2026 e 2027. Questo l’aumento previsto delle entrate a legislazione invariata. I germogli di ripresa e di legalità portano maggiori introiti allo Stato per cui vedo una legge di bilancio meno drammatica di quello che può apparire’.
Sul tema degli extraprofitti l’intervento di Patuelli ha strappato applausi a scena aperta: ‘Le leggi _ ha detto _ devono essere generali, astratte e prospettiche e mai retroattive. Tutti hanno il dovere di applicare le leggi, ma hanno il diritto di conoscere la certezza delle norme sulle quali lavorano . Sono convinto che questo principio basterà, perché la competizione di mercato è in Europa, non possiamo andare avanti in Europa se non andremo avanti anche sull’omogeneizzazione delle leggi fiscali perché non è possibile che ci sia un fisco così differenziato, altrimenti si andrà verso la disgregazione, si tornerà indietro e le guerre così vicine possono essere un domani ancora più vicine, lo dico con preoccupazione e consapevolezza di memoria storica’.