Allerta della Croce Rossa ravennate: "Aumentano gli indigenti italiani"
«Quando si riesce a prevedere un arrivo di migranti, o a programmare una serie di interventi con margine di tempo, allora non si può più parlare di emergenza. Di conseguenza bisogna cercare di concentrare tutti gli sforzi sull'accoglienza per strutturarla al meglio». E' questo il pensiero che guida la politica di Massimo Cavallone, dal gennaio 2014 commissario provinciale della Croce Rossa. Noto inizialmente come «tagliatore di teste» e ora più «semplicemente» evocato con l'appellativo di «dittatore» - da referente regionale della disciplina dei soci ha smaltito 26 pratiche in tre mesi - una volta giunto a Ravenna Cavallone ha cercato di ristabilire un ordine messo a dura prova da un commissariamento durato cinque anni. «A gennaio 2013 la direzione passò all'avvocato Nice Zauli, che a dicembre di quell'anno fu costretta a lasciare per i troppi impegni di lavoro. Il suo operato è però stato valido, al punto che ho scelto di nominarla mia vicaria. Quando sono subentrato il lavoro era molto e ho cercato di ristabilire un ordine che fosse funzionale all'attività dell'associazione. Con la privatizzazione in atto dei comitati locali e provinciali - processo che si concluderà il 31 dicembre con una privatizzazione complessiva - serviva un cambio di passo». A Ravenna, il commissario ha trovato «un mondo dell'associazionismo frammentato e disarticolato. Si fatica a fare rete, ed è invece su questo che si dovrebbe puntare». L'ultima difficoltà in ordine di tempo è stata quella dell'ospitalità di 39 migranti pakistani che, a tutt'oggi, vivono nella sede di Mistral sotto tre tende messe a disposizione dalla Croce Rossa. «Queste persone sono arrivate via terra e sarebbero dovute essere condotte a gruppi nell'hub di Bologna. In seguito agli sbarchi continui di questo periodo dubito che il loro accompagnamento avverrà in tempi brevi. Nel frattempo, però, i costi di colazioni e trasporti li sta sostenendo il comitato della Croce Rossa di Ravenna. Per ora tentiamo di barcamenarci, ma quando inizierà a fare freddo sul serio il problema non sarà più rinviabile».
Oltre alla gestione delle emergenze, l'ambito di intervento della Croce Rossa tocca molti settori, tra cui il salvataggio in mare e numerosi progetti sociali. Tra questi, oltre all'attività dei clown in corsia, rientrano i «biberon pieni di latte», iniziativa che procura latte artificiale a bambini indigenti da zero ad un anno, e il progetto che assicura pannolini per il primo anno di vita del bambino. «Nel corso dell'anno sono stati circa una novantina i bambini assistiti. Ogni martedì e giovedì, inoltre, si presta assistenza sanitaria gratuita nell'ambulatorio di via Berlinguer, in modo da sopperire alla mancanza di medici di base per coloro che non possono usufruirne». Sempre al martedì, questa volta in via Gorizia, si assiste ad una vera e propria processione per quanto riguarda la distribuzione di capi di abbigliamento. «Contiamo oltre una trentina di persone per volta - osserva il commissario - e gli italiani sono in aumento, anche se ritengo che il fenomeno sia ancora sottostimato. A chiedere aiuto sono persone che fino a ieri conducevano un'esistenza normale, ma che oggi faticano a tirare avanti. Non tutti sono disposti a riconoscere questa nuova condizione di disagio e sappiamo che ci sono tante persone che, pur essendo in difficoltà, si ostinano a non chiedere aiuto. La percentuale è ancora bassa, parliamo di un 5%, ma bisogna sottolineare che fino a poco tempo fa il fenomeno non esisteva». In questi anni Cavallone ricorda che «abbiamo chiesto e ottenuto la ri-assegnazione dell'immobile di via Guaccimanni, in disuso dal 2012. Per quanto riguarda l'attività, cerchiamo di rispondere sia alle emergenze che all'ordinario, inoltre teniamo corsi per professionalizzare ulteriormente i volontari della Croce Rossa. Cambiando l'utenza, infatti, non basta più conoscere solo le manovre di primo soccorso».