Massa Lombarda, niente cinema, meglio le luminarie
Niente più cinema e sala polivalente all’ex Fabbrichina, l’ampia zolla di terreno di proprietà Conserve Italia dove una volta sorgeva la Massalombarda. Meglio, hanno pensato gli amministratori di piazza Matteotti, investire sulla pubblica illuminazione per generare qualche risparmio sulla bolletta del Comune.
Conserve Italia, che sull’area dismessa andrà a costruire abitazioni, locali commerciali e uffici, secondo il Piano particolareggiato del 2008 avrebbe dovuto realizzare, in virtù dell’accordo raggiunto con i vertici di piazza Matteotti, una sala polivalente da cedere al Comune di Massa Lombarda. E tra le idee più gettonate, vi era quella di adibirla a sala cinematografica.
Altri tempi. Complice la crisi, l’avventura del colosso cooperativo nel campo delle costruzioni è andata a rilento e l’edificazione non è mai partita. Nel frattempo, i vertici di Italsar, la società che si era aggiudicata il bando per la gestione della struttura, ben prima che fosse realizzata, hanno gettato la spugna: un cinema di quel tipo non è economicamente sostenibile. «Visto il tempo trascorso (quasi 4 anni) dal momento dell’aggiudicazione, le mutate condizioni economiche del settore cinema e le mutate tecniche di proiezione cinematografica con l’avvenuto passaggio da analogico a digitale - si legge nella lettera di Alberto Beltrani all’amministrazione comunale massese, datata 12 agosto 2015 - comunichiamo di non avere più alcun interesse alla stipula del contratto di locazione e di conseguenza alla gestione della eventuale, futura sala».
Così l’amministrazione comunale ha cambiato rotta: meglio «monetizzare» il valore della sala (800mila euro, a cui andranno ad aggiungersi i canonici oneri di urbanizzazione) e investire la cifra su nuovi impianti di pubblica illuminazione. «L’idea - spiega il sindaco Daniele Bassi - è quella di sviluppare un programma pluriennale per la sostituzione delle vecchie luminarie ai vapori di mercurio con più moderne luci a led. Un intervento già previsto dal Piano degli investimenti, ma subordinato alla alienazione di patrimonio pubblico: e dal momento che non vi sono immobili comunali da vendere, le risorse possono arrivare da questa operazione. I led illuminano di più, inquinano meno e ci permetteranno di risparmiare, una volta completato l’intervento, circa 50mila euro all’anno sulla bolletta del Comune con questi risparmi potremmo, ad esempio, accendere un mutuo per finanziare nuovi investimenti».
Ma il Piano particolareggiato proposto da Conserve Italia, in questi anni, ha cambiato volto. Con la variante in ballo, la superficie edificabile è calata del 18% a favore delle aree verdi attrezzate «che potranno essere fruite anche dai residenti del comparto ex Agra» sottolinea Bassi. Conserve Italia punterà di più sugli spazi commerciali e direzionali e meno sulle abitazioni. La speranza è che arrivino, ovvio, nuovi posti di lavoro. E la vecchia palazzina che ospitava gli uffici dell’azienda, che secondo il primo piano andava recuperata, verrà demolita. Al suo posto arriverà un monumento «che possa ricordare la cultura del lavoro, a partire da quello femminile, e dell’innovazione, che rappresentò un’occasione di riscatto sociale per il territorio. Per mettere a punto l’idea del monumento e concordare la sua collocazione, avvieremo un percorso partecipato. A mio parere, potrebbe andare nella rotonda che verrà realizzata all’ingresso del nuovo comparto, oggi indicata dai new jersey».
L’accordo con Conserve Italia prevede che, prima di iniziare a costruire, vengano realizzate le strade, i servizi e adibite le aree verdi attrezzate. E che venga liquidato il valore della sala. Il testo della variante al Ppip è in pubblicazione sull’albo pretorio «e vista l’importanza dell-argomento - conclude Bassi - se ne parlerà di nuovo in consiglio comunale». La procedura dovrebbe concludersi entro la fine di novembre e il prossimo anno l’azienda potrebbe mettere in moto le ruspe.