Alla Cooperativa portuale in arrivo 70 nuovi soci dal 1° ottobre
Sono settanta i nuovi soci della Cooperativa portuale che prenderanno servizio dal 1° ottobre, una conferma di avere lavorato bene con le istituzioni e con il territorio, ma grazie anche all’aumento di alcune merci. Anche se il problema escavi e fondali rimane aperto come spiega Allen Boscolo, direttore della Cooperativa portuale.
In un momento in cui il porto è in difficoltà, come siete riusciti a fare 70 nuove assunzioni?
«Siamo lieti di confermare che l’Autorità portuale, sentite tutte le parti in causa e fatte le debite valutazioni, ha dato il nulla osta alla richiesta di stabilizzare 70 lavoratori. L’assunzione si è resa possibile grazie alla fiducia che i terminalisti ripongono nella cooperativa, alle occasioni di lavoro che rimangono a livelli buoni anche in seguito all’aumento di determinati traffici e al pensionamento di alcuni lavoratori della cooperativa stessa. Mi preme sottolineare che la collaborazione tra tutti i soggetti chiamati in causa è sempre stata massima e a tutti, Autorità portuale, organizzazioni sindacali e operatori del porto, vanno i miei ringraziamenti».
Nonostante i fondali, i traffici del porto rimangono invariati?
«Sì, ma è sempre più difficile ottenere buoni risultati: le performance del porto sono leggermente aumentate, un fattore certamente positivo. Tra i fattori che hanno permesso di arrivare alla stabilizzazione vi sono l’aumento del traffico dell’acciaio, di alcune rinfuse e l’aumento del traffico dei rotabili avvenuto negli ultimi anni. Infine un apporto positivo è stato dato anche dal recente aumento del traffico dei container, e non ultimo il fatto che in circa un anno 90 soci della Cooperativa portuale sono andati in pensione».
Quanti saranno i futuri soci?
«Secondo i nostri programmi il 1° ottobre presteranno il loro primo giorno di lavoro come soci della cooperativa 70 lavoratori, che arriverà così a contare 350 soci ed a cui si aggiungono 120 lavoratori interinali. L’età media è tra i 25 e i 35 anni, si tratta di persone adulte che hanno già una famiglia, per i quali abbiamo desiderato fortemente la stabilizzazione. Va ricordato che la cooperativa non può assumere personale a tempo indeterminato a proprio piacimento, ma deve chiedere parere all’Autorità portuale e agli operatori, un percorso che comporta solitamente un lavoro di due anni. Non mi risulta che altre cooperative portuali abbiano raggiunto in Italia tali risultati, anzi. E’ un attestato di sintonia con il porto di appartenenza».
Cosa manca alla compagnia portuale adesso?
«Innanzitutto la certezza sulle normative, quindi la possibilità di fare investimenti sulle persone con la tranquillità necessaria. Immediatamente dopo la possibilità di un porto in grado di dare alla portualità ravennate quello di cui ha bisogno. Ma anche qui è un problema di normative su escavi e fondali. Va sempre ricordato che i nostri obiettivi sono arrivare alla stabilizzazione di tutti gli interinali e continuare gli investimenti sui mezzi meccanici. Ma questo si deve fare solo con tranquillità e normative adatte. Il porto non può essere considerato un campo agricolo dove tutti entrano liberamente e dove la mancanza di regole e controlli dà i risultati che sono alla ribalta delle cronache, ma un luogo in grado di fare la manutenzione necessaria e di essere competitivo con altri scali vicini».
Problemi all’orizzonte?
«Da qui alla fine dell’anno spero che la crisi cinese non abbia ripercussioni sui traffici. Il porto di Ravenna lavora molto con Stati Uniti e Oriente e la Cina è un soggetto talmente vasto che influenza in tutti i casi. Inoltre se non si fanno gli escavi il problema sarà enorme. È importante che tutta la città abbia in mente che il porto e la sua manutenzione sono un obiettivo primario per tutti».
Elena Nencini
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