Sosta estiva per Atl, a regime 1.100 divani al giorno

Faenza | 02 Agosto 2015 Economia
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Dopo circa due anni e mezzo di produzione a Faenza e a quasi uno e mezzo dalla firma dell’accordo coi lavoratori sulla flessibilità, il rodaggio di Atl a Faenza nello stabilimento dell’ex Omsa in via Pana può dirsi concluso. I numeri sono importanti: l’impresa produce su ordinazione e, a pieno regime, dalla fabbrica faentina escono fino a 1.100 divani al giorno.
Per il settore in cui opera l’azienda di origine forlivese, che nel punto produttivo manfredo fabbrica poltrone e divani per conto di Poltrone e Sofà, è il periodo più sgonfio dell’anno e per questo i 350 lavoratori (che crescono a quasi 450 nei picchi di lavoro e sono complessivamente circa 500 nel gruppo che comprende il punto produttivo di Bertinoro che fabbrica per conto di Roche Bobois) «ridurranno l’orario di lavoro ad agosto con una settimana di cassa integrazione fino ad esaurimento degli ordini in corso - spiega Roberto Martelli della Fillea Cgil -, quattro settimane di chiusura per ferie e a settembre riprenderà la produzione: lentamente nelle prime due settimane, dove si farà ricorso agli ammortizzatori sociali, mentre da metà settembre invece è già previsto il ritorno a orario pieno».
«Si tratta di un normale calo stagionale - continua Martelli -. Quindi nulla di preoccupante, anzi, possiamo dire che il rodaggio è finito e Atl inizia a vedere i frutti degli investimenti fatti a Faenza».
Investimenti pluriennali fatti nel 2012 (il 12 marzo ci fu la firma in Regione con l’allora presidente Vasco Errani, il sindaco Giovanni Malpezzi, il rappresentante del Ministero dello Sviluppo economico Giampietro Castano, e i vertici di Atl con l’amministratore delegato Luciano Garoia e con il presidente Franco Tartagni) e che, giova ricordarlo, sono stati all’incirca pari a 20 milioni di euro, tra acquisto del capannone (13 milioni) e il raddoppio dei macchinari (7 milioni), aiutando anche una soluzione occupazionale alla disastrosa vertenza Omsa. L’obiettivo dell’impresa era quello di portare il fatturato dai circa 50 milioni di euro del 2011 a 80-90 (oggi, stando a quanto dichiarato sul sito ufficiale del gruppo, si attesta intorno ai 70 milioni). Il 50% del volume d’affari è rappresentato dal mercato interno ed è composto da vendite di prodotti di gamma media (vendite contract e di semilavorati ad altri produttori del settore), mentre il rimanente 50% è mercato estero (Ue ed extra europeo) ed è composto principalmente da vendite di prodotti di gamma alta.

Christian Fossi
economia@settesere.it

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