Utilizziamo i cookie, inclusi quelli di terze parti, per raccogliere informazioni sull’utilizzo del nostro sito web da parte dei visitatori. I dati personali raccolti sono utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari. I cookie sono utili per garantire agli utenti un'esperienza di navigazione ottimale, per migliorare costantemente il nostro sito e, previo consenso, possono essere utilizzati dai nostri partner per mostrare pubblicità personalizzata mostrando agli utenti offerte adatte ai loro interessi.
Facendo clic sul pulsante "Accetta", acconsenti l’utilizzo di tutti i cookie, compresi quelli utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari in base ai tuoi interessi. Chiudendo questo banner o continuando con i cookie essenziali verranno utilizzati esclusivamente i cookie tecnici e analitici per i quali non è necessario il tuo consenso. In qualsiasi momento puoi revocare il consenso a tutti o alcuni cookie cliccando sul pulsante "Preferenze Cookie", sempre raggiungibile dal footer del sito.
Informazioni più dettagliate sull’utilizzo dei cookie sono disponibili nella nostra privacy & cookie policy.
Il presidente di Confindustra Ravenna ha lasciato sabato 7 febbraio scorso il Comitato portuale in polemica col presidente dell'Autorità portuale, Galliano Di Marco, dopo che aveva annunciato che «gli espropri sono rimasti l'unica strada possibile». Ottolenghi aveva sottolineato «che in tre anni siano fallite tutte le strade di programmazione del dragaggio, e ad ogni soluzione mancata si sia intrapresa una strada più complessa e costosa fino ad arrivare all’attuale, nella quale non ho più fiducia per le troppe incertezze e apparenti contraddizioni».
A chiarire che il numero uno degli industriali non parlava a nome personale è arrivata in mattinata una nota del direttore Marco Chimenti nella quale spiega che la posizione del numero uno di Pir «è tutt’altro che l’opinione personale di un sia pur più che autorevole imprenditore portuale: è viceversa l’unanime e meditata espressione del gruppo dirigente di un’Associazione, fortemente preoccupata dall’abnorme dilatarsi dei tempi di realizzazione di un progetto vitale non solo per il Porto di Ravenna, ma per l’intera economia romagnola».
Poi non fa mancare un attacco diretto al numero uno di via Antico Squero: «Il dott. Di Marco afferma inoltre che dopo questo intervento da 250 milioni di euro (una volta per tutte gradiremo conoscere l’esatto importo del progetto, visto che emergono sempre cifre diverse) il porto diventerà pubblico. Riteniamo utile precisare che, a parte i 60 milioni del Cipe - dunque statali - le restanti risorse sono corrisposte dall’Autorità portuale e dalla Bei tramite un mutuo di 20 anni, e dovranno poi essere restituite dalla stessa Autorità attraverso le tasse portuali pagate dagli operatori. Si può quindi affermare - conclude Chimenti - che il progettone è finanziato in gran parte dai soggetti privati, che hanno quindi il diritto di esprimere la propria opinione liberamente e di venire ascoltati, anche alla luce del timore di un aumento delle tasse portuali per far fronte alle rate del mutuo». (r.e. - economia@settesere.it)
via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it
Pubblicità
Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90). Contributi incassati