Vendemmia, si prospetta un calo minimo del 10%

14 Settembre 2014 Economia
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Con gli occhi all’insù, tutti a scrutare il cielo alla ricerca degli ultimi raggi di sole che saranno decisivi per la qualità delle nostre uve: serve caldo e una buona escursione termica tra giorno e notte perché i grappoli maturino correttamente. Gli agricoltori sono ad appena il 10% della vendemmia: in pianura si stanno raccogliendo i primi grappoli per i vini bianchi Pinot, Chardonnay e Albana, per proseguire con Merlot, Trebbiano e Pagadebit e concludersi nella prima decade di ottobre con il pregiatissimo Sangiovese. «Quella del 2014 sarà ricordata come una delle vendemmie più impegnative degli ultimi anni - spiega Massimiliano Pederzoli, presidente di Coldiretti Ravenna -. Una   primavera calda che ha favorito l’anticipo della fioritura e un’estate fresca e piovosa che ha ritardato la maturazione delle uve ha riportato la vendemmia ai tempi di una volta».
Non solo: il clima pazzo di quest’estate ha tenuto impegnati gli agricoltori con i trattamenti che hanno notevolmente aggravato i costi di produzione, riuscendo però a scongiurare nella nostra provincia le temutissime malattie della vite: peronospora, oidio e botrytis. «In tutta Italia ci sono stati grossi problemi fitosanitari - precisa Danilo Misirocchi, presidente di Cia (Confederazione italiana agricoltori) Ravenna - Da noi al momento le uve sono sane e la gradazione media reale buona».
Non sarà però una vendemmia dai grandi numeri. «Se le stime venissero confermate - aggiunge Pederzoli - la vendemmia 2014 risulterebbe inferiore del 10% rispetto a quella dello scorso anno» e potrebbe essere ricordata, secondo Assoenologi, come una delle più scarse dal dopoguerra.
«I produttori si aspettano pertanto - sottolinea Misirocchi - prezzi corrispondenti alla qualità delle uve» anche se al momento il mercato di contrattazione non è ancora cominciato.
«Abbiamo buone aspettative sui prezzi - aggiunge Gennaro di Tirro, vicepresidente di Copagri Ravenna - visto il calo di produzione di uva in tutta Italia» ma, secondo Misirocchi, qualche tentativo di «definire prezzi minimi alla partenza penalizzanti per i produttori è già in opera». «Se le regole di mercato valgono reciprocamente - conclude Pederzoli - visto che c’è poca uva non dovrebbero esserci problemi sui prezzi. A buon intenditor...».
Al momento dunque «ci sono tutte le condizioni per avvicinarci ai prezzi dello scorso anno - concludono i rappresentanti della associazioni agricole provinciali - un’annata che ha permesso di fare reddito agli agricoltori». Ravenna è la prima provincia dell’Emilia-Romagna per superficie vitata con 16.400 ettari coltivati.

Barbara Fichera
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