Ex villagio Anic, parla il presidente del comitato: «Siamo stanchi, il Comune fermi l’arretramento in corso»
«Veniamo da una fase di forte stallo, dovuto anche a problemi economici. Negli ultimi mesi, poi, al degrado si sono aggiunti atti vandalici e rapine. Siamo esasperati e chiediamo al sindaco di intervenire direttamente». E’ questa la situazione all’ex Villaggio Anic tracciata dal presidente del comitato cittadino Sandro Fioravanti che, contemporaneamente, lancia un appello al primo cittadino per migliorare le condizioni di vita del quartiere voluto dalla società di Enrico Mattei. Negli anni Novanta, con la privatizzazione della zona, le strade, le reti fognarie, l’illuminazione e gli impianti sportivi vennero ceduti dalla società all’Amministrazione e, secondo Fioravanti, «questa fase fu caratterizzata da un percorso tumultuoso segnato da incomprensioni, disagio e preoccupazioni. Eravamo però consapevoli che l’impegno e la coesione sociale rappresentassero la nostra speranza ed una alternativa alla passività generale». Durante la fase di riorganizzazione fu fondamentale il supporto della Circoscrizione, ma una volta scomparso questo ente, il quartiere ripiombò nell’abbandono. «Il lavoro dell’allora presidente Mara Cavallari fu fondamentale, ma una volta eliminata la Circoscrizione tornammo in stallo. In questi anni ci siamo arrangiati, ma più di così non possiamo fare. Alcune scelte di fine anni Novanta furono negative e ancora oggi ne viviamo le conseguenze». La centrale via Mattei, che attualmente divide letteralmente il paese in due, continua da allora ad essere utilizzata come alternativa prolungata della Circonvallazione Nord, «con il risultato - spiega Fioravanti - di incidenti continui e di un aumento costante dell’inquinamento».
E l’elenco si allunga ancora. «A causa di lampioni alti 10 metri, in gran parte del quartiere si registra un’illuminazione insufficiente. Inoltre bisogna spostare la centrale termica e il deposito Halley fuori dal centro residenziale. Infine l’assegnazione dell’ex scuola pubblica al centro Spartacus ha penalizzato il quartiere, che invece avrebbe avuto bisogno di un centro polivalente in grado di erogare servizi. Abbiamo bisogno, attraverso politiche utili alla comunità, di radicare persone e famiglie sul territorio. Diversamente, come sta già accadendo, molti giovani residenti nel quartiere continueranno a spostarsi altrove». Non bastano, infatti, le piccole conquiste conseguite finora, come il bocciodromo, il centro commerciale, il parco John Lennon, l’asilo nido, il teatro e i 200 metri quadrati di orti distribuiti tra 42 famiglie.
«Per evitare che il quartiere peggiori ancora abbiamo pronta una serie di interventi che nei prossimi giorni presenteremo all’Amministrazione - precisa Fioravanti -. Ci piacerebbe che l’area ex Cral Enichem, oggi in disuso, venisse recuperata e data ai ragazzi. Chiediamo inoltre di inserire telecamere di sicurezza in alcuni punti strategici, perché in questi mesi abbiamo registrato un alto numero di furti. I continui atti vandalici, gli incendi, l’immigrazione e l’eccessivo insediamento di case popolari, rappresentano e formano una miscela che porta a costituire un quartiere ad elevate problematiche sociali. Nelle nostre proposte, inoltrate al consiglio territoriale, ci sono invece suggerimenti che possono contenere l’arretramento in corso. É indispensabile, però, che l’Amministrazione comunale ponga attenzione ai nuovi fenomeni presenti e che si muova rapidamente nella direzione giusta. Impiegare il quartiere solo come area su cui scaricare i problemi della città, senza osservare ed ascoltare i bisogni d’oggi dei residenti, può solo renderlo disastrato ed invivibile».
Federica Ferruzzi
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