Alessandro Benvenuti in «Tutto Shakespeare in 90 minuti» al Rossini sostituisce Zuzzurro

Bassa Romagna | 07 Febbraio 2014 Cultura
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Sono 4 le date al Teatro Rossini per «Tutto Shakespeare in 90 minuti», da venerdì 7 a domenica 9 ore 20.30 (domenica anche ore 16), uno spettacolo che condensa l'opera omnia del Bardo in un'ora e mezza. Lo spettacolo è nato a Londra da tre geniali menti: lo scrittore americano Jess Winfield, l’autore Adam Long e l’attore Daniel Singer che scrissero un testo geniale ed esilarante che raggiunse un successo incredibile tanto da essere rappresentato per oltre vent'anni al Teatro Criterion in Piccadilly Circus.
In scena sul palco del Rossini Nino Formicola, il giovane Maurizio Lombardi e nella doppia veste di attore e regista Alessandro Benvenuti. Una scelta quella di Benvenuti nata dalla morte di Andrea Brambilla, in arte Zuzzurro, ad ottobre dello scorso anno. Inizialmente l'attore toscano ricopriva infatti solo il ruolo di regista e la commedia era stata pensata e ideata proprio per una delle 'aziende' più affiatate della risata: Gaspare e Zuzzurro.
Benvenuti racconta di una scelta difficile e di uno spettacolo rutilante.
Quali sono state le scelte registiche che fatto per «Tutto Shakespeare in 90 minuti»?
«La strada era abbastanza segnata: è uno spettacolo rutilante, si basa sul ritmo e sulla felicità di certe trovate. Non ho fatto altro che trovare delle battute che funzionassero anche in italiano. Mi sono ispirato all'impianto originale di scrittura inglese e ho cercato di renderlo più adatto al pubblico italiano, senza banalizzarlo. Per esempio loro fanno una tragedia con il football americano io l'ho sostituito con il calcio. Ho deciso di mantenere le frasi virgolettate di Shakespeare perché è molto bello in alcuni momenti sentire che il pubblico alterna risate e applausi a silenzi. Apprezza la poesia di Shakespeare e trattiene il fiato. Questi silenzi danno poi respiro all'azione comica. È uno spettacolo di azioni e di dinamiche, la versione originale è molto più spartana e semplice della nostra».
Aiuta la comicità nella vita?
«Da sempre ho cercato di specializzarmi in un tipo di comicità che aiuti a trovare la verità delle persone. Sia come attore che regista ho cercato di puntare a spettacoli dove i dolori esistenziali vengano attenuati dall'impietosa lente della comicità, dove la risata aiuti a superare il carico di dolore della vita. La comicità d'autore è diversa da quella basata sulle sovrastrutture più adatta invece alla televisione».
In scena sostituisce Andrea Brambilla è stata una decisione difficile?
«Siamo rimasti tutti attoniti, Andrea si è consumato in un periodo brevissimo. Inizialmente ero stato chiamato come co-interprete con Andrea e Nino, ma mi sono rifiutato perché ricoprivo il ruolo di adattatore del testo, regista e coprotagonista. Era davvero troppo, loro hanno apprezzato la mia scelta di fare meno ma meglio. Quando Andrea ha cominciato a stare male e mi hanno chiesto di sostituirlo, ho detto si, ma nella speranza  di non doverlo mai sostituire. Quando se ne è andato mi è stato chiesto di prenderne il posto, come facevano i registi delle vecchie compagnie tradizionali. Lo faccio con dolore, con umiltà e con tutto l'affetto che da trentacinque anni mi lega a quelli che sono nei fatti i miei più antichi sodali di scena: Andrea & Nino. Lo faccio con lo scopo di onorare la memoria di un grande comico, anche sua moglie mi ha detto che potevo farlo. E quindi sono tornato a mettermi i calzoni corti. Il pubblico ha accettato: più che una sostituzione è un atto d'affetto verso un amico».
Progetti per il futuro?
«Sto portando avanti, oltre a questo spettacolo, dei miei progetti. Il mio cavallo di battaglia per il 2014 è «Un comico fatto di sangue» scritto con mia moglie Chiara Grazzini, lo porto in giro insieme a «Atletico Ghiacciaia» e «Benvenuti in Casa Gori». Ma poi sono concentrato su tantissime altre cose dei video, un concerto, una band rock, la direzione del Teatro di Tor Bella Monaca a Roma. Ho seminato bene e per fortuna raccolgo anche in tempi di crisi. Avendo famiglia e tre figlie mi sono organizzato e cerco di diversificare. Bisogna saper navigare in tempi di crisi con la barca giusta, non con una barchetta. Spazio da regista, adattatore di testi, cantante, attore, autore».
Le capita mai una crisi d'identità?
Scoppia a ridere. «Meno male che ho un'agenda e delle persone che mi amano perché se no sarei un disadattato. In effetti sono un po' in confusione e alle volte faccio delle fesserie tremende, ma per fortuna ho amici che mi vogliono bene».
 
Tel.0545 38542 info@teatrorossini.it
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