La Ravenna che verrà secondo Christopher Angiolini

Ravenna | 27 Dicembre 2013 Cronaca
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«Christopher» Emanuele Angiolini è un giovane ravennate cresciuto a pane e post punk che negli ultimi anni è riuscito ad attirare l'attenzione mondiale su Ravenna, Madonna dell'Albero e Marina di Ravenna grazie alla musica. Le tre località ospitano infatti i suoi locali (rispettivamente Fargo, Bronson e Hana-Bi) in cui, periodicamente, si esibiscono gruppi di fama internazionale. Mentre si occupa dell'organizzazione di circa un centinaio di concerti all'anno – distribuiti anche nell'ambito dei festival «Transmissions», «Beaches Brew» e «Passatelli in Bronson» - Angiolini riesce a trovare il tempo per partecipare anche al comitato Ravenna 2019. Ravenna 2019: qual è la situazione? «E' iperattiva: l'ingresso in short list ha creato nuove energie, maggiore entusiasmo e nuova credibilità alla candidatura. Sappiamo che siamo stati valutati bene e che abbiamo una buona posizione. Dopo i due giorni di festeggiamenti abbiamo subito riavviato gli incontri a tutti i livelli: negli uffici, nei Comuni, con i cittadini. Entro la prima settimana di gennaio prepareremo un calendario di eventi e illustreremo le tappe per la consegna del dossier vero e proprio: c'è ancora tantissimo lavoro». Ultimamente gestire un locale in centro storico sembra essere diventato particolarmente difficile. I Gingini hanno riaperto con mesi di ritardo e con grosse limitazioni. Cosa ne pensa? «Non conosco nello specifico la loro condizione, ma di sicuro l'interpretazione restrittiva del decreto cultura va un po' contro le intenzioni per le quali era nato. L'impostazione, di fatto, riprenderebbe quello che già accade nel resto d'Europa al fine di incentivare musica dal vivo e l'attività nei piccoli locali con capienza inferiore alle 200 persone. L'obiettivo è quello di animare alcuni quartieri stimolando flussi di persone. Nel tempo questo porterebbe alla creazione di un indotto di cui beneficerebbero tutti: esercenti, cittadini, turisti e artisti». Cosa manca a Ravenna per essere una città davvero turistica? «Manca una forma di coordinamento sotto il profilo dell'accoglienza. Si dovrebbero fare rientrare tutte le attività all'interno di un contenitore unico che possa essere di maggiore appeal per il turista. Servizio e accoglienza sono attitudini che non ci mancano, ma che andrebbero coordinate meglio. Dai monumenti al mare, passando per gli spettacoli, le proposte sono molte, ma difficilmente riusciamo ad incanalarle in un percorso comune e concordato». Come definirebbe oggi la Darsena? «Un incrocio tra una sfida ed un sogno. Il potenziale c'è tutto: si tratta solo di far partire un progetto che, fungendo da apri pista, sarebbe di esempio ad altri imprenditori. In questo ambito l'iniziativa “Ravenna 2019” svolge la funzione di aggregatore di interessi: i progetti sono sui tavoli, si tratta di concretizzarli. Ai primi interventi realizzati si potrebbe vedere una sorta di effetto domino in positivo». Ravenna e il mare: novità per la prossima estate? «Il presidente della cooperativa “Spiagge Ravenna”, Maurizio Rustignoli, è in contatto con l'Amministrazione; c'è un canale aperto di confronto. La categoria è riunita sotto un'unica cooperativa, ma ci sono tipologie diverse di bagnini e le richieste sono molto differenti, del resto sono i nove lidi a differire molto tra loro. L'estate scorsa è stata una stagione difficile dal punto di vista turistico e mi auguro che per la prossima stagione ci siano novità nel segno dell'apertura e della semplificazione. L'ordinanza non è ancora stata scritta e spero ci sia spazio per provvedimenti positivi». (Federica Ferruzzi)
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