RAVENNA | L'attacco del consigliere Ancisi: "Stepra, è un buco clamoroso"

Ravenna | 07 Agosto 2013 Cronaca
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Alvaro Ancisi capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna ha presentato un'interrogazione al sindaco a proposito della situazione economica di Stepra, che lo stesso Ancisi classifica come "buco clamoroso". "Stepra - spiega il consigliere - è una società di capitali costituita interamente da enti pubblici della provincia di Ravenna, esattamente dalla Provincia e dalla Camera di commercio col 48,5% ciascuna e dai Comuni, tra cui quello di Ravenna. Nata nel 1982 per promuovere lo sviluppo economico del territorio locale, si è pensato bene, nel 1999, di convertirla in una società immobiliare, col compito di acquistare aree non urbanizzate per trasformarle, grazie alla compiacenza degli enti locali, in aree produttive da lottizzare e vendere sul mercato".

"A parte un fiume imprecisato di denaro pubblico per l'acquisto, l'urbanizzazione e l'allestimento dei terreni, è servito allo scopo un apparato composto da un direttore da 200 mila euro l'anno e da cinque dipendenti, oltre all'acquisto di servizi professionali, consulenze, ecc.Stepra, scontrandosi con la crisi immobiliare, è precipitata rapidamente in uno stato agonico non appena le sue aree produttive le sono rimaste nel gozzo".Ora la situazione viene definita da Ancisi esplosiva: aree invendute e invendibili, debiti con le banche, debiti coi fornitori, interessi passivi in crescita, mutui da ammortizzare, liquidità all'osso. E snocciola altri numeri: "Solo i costi fissi annuali, per gli oneri passivi e il personale, sarebbero pari a 600 mila euro. Il totale dei debiti sarebbe di 25 milioni e mezzo". E accusa: perchè con un disavanzo nel 2012 di 228.561 euro, la società è stata messa in liquidazione anziche portare i libri in tribunale?"Si vorrebbe riuscire a vendere le aree produttive in giacenza, riducendo così progressivamente i debiti e riequilibrando i conti. Incombe, però, il rischio di scaricare danni ingenti sulle tasche dei cittadini. Intanto perché si mette a repentaglio un capitale sociale di 2.761.223,15 euro, proveniente dalle casse pubbliche degli enti soci. Ma soprattutto perché le aree devono essere vendute in fretta per non appesantire l'indebitamento: impresa comunque improba, possibile solo (con le banche stesse? con la compagna Cooperazione?) a prezzi di svendita o da fallimento. Considerando che gli investimenti sono stati coperti in gran parte con contributi e fondi pubblici, gli oneri a carico della collettività non saranno da meno di quelli prodotti dagli enti pubblici italiani che hanno speculato sui derivati.La fotografia di quanto sopra è rappresentata dallo stato attuale dei terreni invenduti al 30 giugno 2013. A parte le aree realizzate tra il 2002 e il 2008 (Ravenna Bassette sud, Godo Monaldina, Casola Valsenio, Solarolo primo stralcio), i cui lotti furono totalmente assegnati, le altre successive (Bagnacavallo Naviglio, Massalombarda, Lugo-Fusignano, Solarolo secondo stralcio, San Pietro in Vincoli, Ravenna Bassette Ovest), sono state assegnate solo per 71.574 metri quadrati su un totale di 566.525, cioè appena il 12,6 per cento.I prezzi fissati per i vari stralci delle aree in vendita vanno dagli 85,90 euro per metro quadro dell'area di Lugo-Fusignano fascia B, ai 176,90 dell'area Bassette Ovest 2, con una media grossolana di 114 euro il metro quadro. Dei 494.951 metri quadri invenduti, il valore dei 355.412 di cui è noto il prezzo di vendita assomma a 50 milioni e 686 mila euro. Devono aggiungersi i 45.000 metri quadri dell'area di San Pietro in Vincoli e i 94.539 del comparto B dell'area di Bagnacavallo Naviglio per cui il prezzo non è stato nemmeno pubblicato. Per capire l'entità del buco che si prospetta, bisognerebbe conoscere i costi a carico di Stepra per l'acquisto e la lottizzazione di tutte queste aree invendute, ma è chiaro che si prospetta un danno di notevole entità milionaria, perché i terreni, almeno a medio termine, non hanno praticamente mercato".Quello che chiede ora Alvaro Ancisi è che il sindaco di Ravenna che fa parte dell'assemblea dei soci di Stepra e che designato come membro del consiglio di amministrazione il direttore generale del Comune di Ravenna, Carlo Boattini, dia lumi al consiglio sul bilancio economico e patrimoniale di Stepra, sul conto economico delle singole aree lottizzate e sulla previsione dei danni che se ne prospettano.
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