Lugocontemporea venerdì 26 e sabato 27 con Schiaffini, Riondino e Cuong Vu
«Avremmo voluto allestire una grande mostra quest'anno, un'esposizione di partiture originali dei grandi compositori del Novecento, un percorso attraverso le rivoluzioni della notazione musicale. Purtroppo il materiale sarebbe stato tantissimo e i costi insostenibili. Siamo molto soddisfatti della rassegna nel suo complesso, ma certamente il progetto sarebbe stato meglio compiuto con questa mostra». Insistitono parecchio su questo punto John De Leo e Franco Ranieri, curatori insieme a Monia Mosconi di Lugocontemporanea, la rassegna di musica d'avanguardia e arti performative che animerà il fine settimana lughese, venerdì 26 e sabato 27 luglio, per il nono anno consecutivo.
Quella dei curatori non è peraltro una lamentela gratuita, perchè se è vero che - visti i tempi che corrono - è difficile e forse illusorio chiedere fondi ingenti in qualunque campo, c'è da dire che una mostra sull'evoluzione della scrittura musicale del Novecento, il secolo in assoluto più ricco e meno conosciuto in questo senso, avrebbe effettivamente dato una concretezza di grande impatto, quasi didattica, al lavoro di Lugocontemporanea.
Toccare con mano il fatto che lo sviluppo dell'arte e della tecnologia ha aperto possibilità nuove all'idea di composizione musicale, tuttora ignote al grande pubblico, sarebbe stato il modo migliore per sottolineare quell'esigenza di «Cambiare musica» che fa da filo conduttore alla rassegna. «La cultura oggi ha per lo più una funzione d'intrattenimento, distrazione e omologazione - spiegano i curatori -. E' un meccanismo remissivo che dovrebbe stimolare gli artisti a ribellarsi. Il fine è costruire nuove forme, modificare il linguaggio senza inneggiare al caos. Crediamo che l'uomo debba tornare al centro delle proprie scelte: nell'economia, nella scienza, nell'arte».
Lugocontemporanea prevede quindi un'installazione sonora (di Stefano Sasso, sempre visitabile nella torre del Soccorso in Rocca) e sei performance pubbliche, in centro a ingresso gratuito, come sempre. Due i luoghi deputati: il chiostro del Carmine per i primi due eventi di ogni serata, e piazza Baracca per i concerti finali, alle 23.30.
Venerdì 26 alle 21.30 il chiostro ospiterà il solo di violoncello del cesenate Francesco Guerri, musicista emergente che ritroveremo alle 23.30 nel Satellite Ensemble che sarà condotto dal grande Giancarlo Schiaffini. Il trombonista lavora da quarant'anni sulla linea di confine tra composizione e improvvisazione e la sua sarà una conduction - ovvero una direzione orchestrale senza spartito, ottenuta tramite indicazioni convenzionali - imparentabule al lavoro di Butch Morris, uno dei giganti del Novecento che insieme a Stockhausen, Terry Riley e Philip Corner ha fatto toccare davvero la cultura contemporanea internazionale a Lugo («Essere figli del futurismo è una responsabilità che i lughesi dovrebbero sentire» commenta Franco Ranieri).
La performance di maggiore richiamo sarà presumibilmente quella delle 22.30 al chiostro con David Riondino, che darà un saggio della sua abilità di improvvisatore di poesia e narrazione insieme alla videoarte del pioniere Massimo Ottoni.
Sabato 27 si partirà con il violino effettato di Erica Scherl insieme al «basso tinozza» del musicista e radiofonico Valerio Corzani, che sonorizzeranno un film sperimentale di Derek Jarman. A seguire la celebre poetessa cesenate Mariangela Gualtieri reciterà alcuni suoi versi («Una performance in piena regola - afferma Joh De Leo - in quanto la sua voce è piena simbiosi con le sue parole e produce un suono unico»). In chiusura, sotto l'ala di Baracca suonerà l'ensemble italiano Nemo Project (voce, basso, batteria) insieme al trombettista vietnamica Cuong Vu, di ritorno a Lugo e soprattutto protagonista degli ultimi vent'anni di musica underground, al fianco di Henry Threadgill come di Laurie Anderson, di Bill Frisell come di Pat Metheny per un concerto ad alto tasso improvvisativo.Info www.lugocontemporanea.it.