RAVENNA | Paolo Cevoli è «Il sosia di Lui» all’Alighieri giovedì 28
Estate 1934. Riccione. Un idrovolante plana sulle quiete acque dell’Adriatico. Una folla si raduna sotto al velivolo. Dopo pochi minuti, esce un uomo. Camicia bianca, cappello da marinaio, mascella volitiva. E’ Benito Mussolini, venuto a Riccione per qualche giorno di riposo. C’è però un problema con il motore dell’idrovolante, così viene Viene chiamato un meccanico locale: Pio Vivadio detto Nullo, anarchico, figlio di enne-enne e allevato dalle suorine. Una copia sputata del Duce, che quando lo scopre, pensa bene di arruolarlo, che un sosia può sempre far comodo.
Da questa premessa si sviluppa la trama de Il sosia di lui, nuovo spettacolo di Paolo Cevoli, diretto da Daniele Sala, che approderà al teatro Alighieri di Ravenna giovedì 28 febbraio alle 20.30. «In questo spettacolo – racconta Cevoli -, il protagonista è un meccanico riccionese di fede anarchica, Pio Vivadio, che viene costretto a fare da controfigura a Benito Mussolini. Il Duce non appare mai in scena».
Come ha lavorato sui lati comici/divertenti legati a Mussolini?
«Il mio monologo è uno spettacolo da ridere, non c’è dubbio. Però è anche una storia con drammi, tragedie e persino amore. Ho pensato di non fare assolutamente la parodia di Mussolini. Gli anni ‘30 sono il fondale in cui è ambientata la storia».
Il tuo personaggio pare la quintessenza dell’Italia popolare di allora. Come mai ha deciso di caratterizzarlo così?
«Francamente non lo so. Mi è venuta fuori una storia così. Davvero, è un po’ come quando ti nasce un figlio, decidi forse tu come dev’essere?»
E quanto avete in comune?
«Diciamo che ogni volta che un attore sale sul palco, forse interpreta sempre se stesso».
Dietro allo spettacolo c’è anche la voglia di raccontare la Romagna degli anni ’30?
«Sì, anche perché è stato un momento importante. In quegli anni c’è stato il primo vero boom del turismo di massa. I romagnoli in quel periodo hanno scoperto la loro vocazione e la loro natura. E’ stata una specie di metamorfosi».
C’è qualcosa che possiamo rimpiangere di quel periodo?
«Io personalmente non rimpiango neanche la giornata di ieri. Pensa te se rimpiango un periodo in cui non ero ancora nella sacca maronaria di mio babbo!».Biglietti 12-22 euro. Info 0544/249244.