RAVENNA | Campus universitario, il coordinatore Gruppioni: "E' l'ora dei fatti"

Ravenna | 18 Febbraio 2013 Cronaca
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Nasce il campus, sulla carta, «ora la sfida è farlo crescere e strutturarlo davvero». A raccoglierla, almeno per i prossimi anni, sarà Giorgio Gruppioni, professore ordinario di Beni culturali, che la scorsa settimana è stato eletto primo coordinatore del campus ravennate. Ormai famoso in città per aver guidato l'equipe di ricerca che ha identificato le probabili ossa di Caravaggio, ora si occuperà di concretizzare l'idea di campus a Ravenna, insieme agli altri coordinatori della Romagna. «E' tutto un po' da costruire. Con gli altri coordinatori abbiamo in programma una riunione a breve su come muoversi insieme, in base alle specializzazioni che dovrà avere ogni campus».

A Ravenna sarà ovviamente quella in Beni Culturali, perché qui ha sede l'unico dipartimento di tutto l'Ateneo di queste discipline. Ma questo significa che gli altri corsi di laurea verranno penalizzati, assicura Gruppioni: «Non credo che una vocazione esclusiva di un campus sia vantaggiosa. Beni Culturali avrà indubbi vantaggi dal fatto che è sede di Dipartimento, e quindi, della ricerca e luogo di residenza di molti docenti. Ma il fatto che sia stato eletto io che sono un professore di Beni Culturali non significa che non ci saranno spazi di sviluppo per gli altri corsi». Certo, l'obiettivo, per Beni Culturali, è sempre quello di ottenere il corso di Restauro sfuggito quest'anno. Ma il campus, secondo il nuovo coordinatore dovrà essere molto di più: «Un luogo nel quale creare progetti da proporre all'intero Ateneo, offrire agli studenti più opportunità in termini di qualità dello studio e della vita al di fuori dell'Università e dare il senso di un progetto continuativo, non della provvisorietà». Su quali aspetti dunque occorre migliorare? «Prima di tutto - spiega il nuovo coordinatore - sull'accoglienza degli studenti (strutture e iniziative - ndr) per far sì che l'Università non sia solo un'esperienza di studio ma anche di vita, poi serve un adeguamento tecnologico, perché non dotare ad esempio Palazzo Corradini di un'aula informatica al passo con i tempi? E infine occorre favorire l'aggregazione tra gli studenti e il dialogo tra studenti e docenti». Fondamentale poi il collegamento con la città: «Ravenna che ha nel suo futuro la candidatura a capitale europea della cultura e il settecentenario dantesco, può avere un'ottima alleata nell'Università. Finora si è fatto molto grazie alla preziosa sinergia con Fondazione Flaminia. Proseguiremo su questa strada».
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