Tra i primi appuntamenti di Dante 2021 il «Magnifico» Furio Honsell parla di matematica e Divina Commedia
Luciana Littizzetto lo chiamava il «Magnifico» durante la trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa, ma anche se Furio Honsell non ricopre più l’incarico di rettore dell’Università di Udine (dove aveva anche la cattedra di informatica) ed oggi è sindaco del capoluogo friulano, continua a occuparsi di «Misteri solubili» (era la rubrica che curava su internet per la trasmissione televisiva) unendo matematica, gioco e cultura. Tanto che giovedì 15, ai Chiostri Francescani per «Dante 2021», alle 17, parlerà di Da quel punto depende il cielo e tutta la natura: temi di matematica e logica nella Commedia.
Honsell, al di là del suo impegno istituzionale, di cosa si occupa?
«Di divulgazione della matematica e del pensiero scientifico in modo ludico e giocoso, ho scritto un libro, L’algoritmo del parcheggio, che è una raccolta delle domande fatte durante la trasmissione di Fazio agli ospiti. Come tutti coloro che hanno studiato la Commedia mi sono interessato all’aspetto dei risvolti matematici, anche perché sono un oplepiano, cioè faccio parte dell’Opificio di letteratura potenziale (come scriveva Italo Calvino che ne faceva parte «una singolare consorteria di letterati, dediti a escogitare bizzarre invenzioni partendo da regole formali severamente costrittive, improntate a uno spiccato gusto matematizzante)».
L’incontro con Dante è di vecchia data?
«Il tema di maturità lo feci su Dante e su tutta quella serie di vocaboli che inventa come inluia, inmia, indova, ingrada, detti parasintetici. Tra i neologismi più belli, dal punto di vista matematico, nel canto 28 del Paradiso, c’è «immillarsi» (moltiplicarsi a migliaia) per indicare il gran numero di angeli. Dante riesce a esprimere bene l’aspetto più importante della crescita esponenziale con questo endecasillabo».
Per un matematico qual è la cosa più affascinante della Commedia?
«Le metafore del canto 28 del Paradiso: parlerò a Ravenna di una possibile interpretazione dell’universo dantesco, non ho la pretesa che sia definitiva ma con la convinzione ingenua che Dante potesse averla immaginata. Dante, convinto assertore della sfericità della Terra, volle immaginare di forma ipersferica anche la cosmologia della Commedia. La concepì come la superficie di una 3-sfera, ossia lo spazio tridimensionale ottenuto incollando lungo la superficie esterna due sfere tridimensionali: una ha la Terra al centro, avvolta dai nove cieli, l’altra ha un punto fisso al centro ed è circondata dai nove cori angelici. Le due sfere sono ‘incollate’ tra loro lungo la superficie esterna, che è comune a ciascuna di esse e che Dante chiamò empireo. Ovviamente l’operazione di ‘incollamento’ si può fare solo nella quarta dimensione. Ma non è altro che una ipersfera di Reiman, nella quarta dimensione, è la più poetica e fedele immagine di una sfera nella dimensione superiore. Cercherò di far capire al pubblico con analogie e fargli immaginare la quarta dimensione».
Il programma di Dante2021
Il dubbio come crescita e conquista della verità: è questo il tema di «Dante2021» - promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca - ispirato al verso del canto V del Paradiso «A piè del vero il dubbio», che si svolgerà dal 14 al 18 settembre in diversi luoghi di Ravenna. «Una scelta felice quella di Dante2021 - commenta Lanfranco Gualtieri della Cassa di Risparmio di Ravenna - perché unisce il rigore scientifico all’approccio divulgativo». Il Festival apre mercoledì 14 alle 17, ai Chiostri Francescani, con Lanfranco Gualtieri, Claudio Marazzini (Accademia della Crusca), Domenico De Martino (direttore artistico di Dante 2021) e Antimo Cesaro (sottosegretario di Stato). A seguire «da quel punto depende il cielo e tutta la natura (Paradiso XXVIII): Temi di matematica e logica nella Commedia», con Furio Honsell. Alle 21 «Alichin di Malebolge» di e con Enrico Bonavera, erede di Ferruccio Soleri, ricostruzione fantastica della storia del personaggio-maschera di Arlecchino, trasfigurazione del diavolo Alichino che Dante incontra nel canto XXI dell’Inferno. Giovedì 15 alle 17, ai Chiostri Francescani, con «Dante nella scuola e dintorni»: due giovani docenti universitari, Claudio Giunta e Marco Grimaldi, sotto la guida di Stefano Salis del Sole 24 ore, si confrontano sui modi con cui Dante è e dovrebbe essere studiato nelle scuole. Alle 21 «Inferno indolore», di e con Francesco Maino, creato per Dante 2021 per spiegare dove è oggi l’inferno nella nostra Italia, tra medietà spaesata, violenze topografiche e linguistiche, bellezze struggenti e insieme distrutte. Lo accompagnano nella discesa agli inferi i video di Marco Maschietto e le musiche di Stefano Albarello. Dal 15 al 17 settembre lo street artist Yuri realizzerà nei Chiostri Francescani un pannello di 15 metri sul viaggio «a pedali» nei regni ultramondani. Il festival prosegue fino a domenica 18 con Luciano Canfora, Luca Barbarossa e tanti altri.