Federico Savini
«Qui si aprono le porte e si cucina per gli avventori, anche sconosciuti, mentre nel mondo prevalgono gli atteggiamenti di chiusura». E’ quetso lo spirito che anima le «Contraddizioni» che battezzano l’undicesima edizione della Cena Itinerante di Faenza, in una specialissima versione «week-end» che mobiliterà la vita di tutti i faentini (e di chi vorrà venire da fuori) nella serata di venerdì 13, con la consolidata formula del menù sparso per le case e i negozi aperti del Distretto A, e tantissimi eventi in programma anche sabato 14 e domenica 15 in luoghi normalmente non fruibili (vedi box).
Dopo il successo clamoroso dell’anno scorso, per una manifestazione che è andata in crescendo fin dalle prime edizioni, quando non più di una dozzina di cittadini ed esercenti aderirono all’ennesimo progetto lungimirante quanto apparentemente folle partorito dal compianto Valter Dal Pane, la Cena Itinerante Week-end quest’anno coinvolge 53 location, 46 ristoratori e 42 cantine di produttori vinicoli, per tre giornate di eventi con una cinquantina di eventi e tanti artisti. «E’ un evento sempre più fluido - dice Maria Bianca Canepa del Distretto A – e quello che lascia alla città, oltre a un’esperienza umana e culturale rara, è una scia di relazioni che nascono proprio in questa serata. Questo evento aiuta a mettere le conoscenze in circolo», tanto che Alberto Morini della Fondazione Banca del Monte la definisce, senza mezzi termini, un «Moltiplicatore di valore».
Detto che alcuni degli spazi che ospiteranno cucine e iniziative nel fine settimana sono anche in vendita, tra le novità si registrano l’adesione del museo del Risorgimento e di quello Diocesano, nonché il coinvolgimento di una settantina di ragazzi del liceo linguistico e del classico, attivi nell’organizzazione e sui social network.
Il distretto A, tra corso Garibaldi e viale delle Caremiche, sarà chiuso al traffico, ma saranno attive in serata due linee green-bus di Erbacci trasporti: dal parcheggio della Filanda alla stazione delle corriere e dal piazzale Pancrazi a via Pistocchi. In piazza san Francesco sarà allestito un infopoint con bicchiere e taschina acquistabili.
E tra i 52 menù non si possono che segnalare i più curiosi, dalla focaccia El Alamein di Zingarò all’Emmestudio, al «pescepane panepesce» dell’Anonima Fornelli al Magaze, dal panino alle 5 specie del Mattarello Away a Casa Sangiorgi alla focaccia «bruciata» del Tegamino allo studio Archigeo, dalla crêpe di piadina della Sghisa al FabLab al vitello dai piedi tonnati di sant’Ippolito, fino ai dolci libanesi dell’Arbusto a Casa Fagnoli e al dolce salato della Locanda di Bagnara servito all’Arredobagno.
Venendo agli eventi delle tre giornate, va segnalato la mostra di libri d’artista di Cesare Reggiani nello studio di via Emiliani 4, la mostra «familiare» di mario Ortolani al Dental 2m lab, le «Visioni in ossimoro» di Filippo Zoli in via Sant’Ippolito 8, la mostra di Alan Guzman e Aleksander-Nursultam Zabov alla galleria Enrico Licheni, Monicka Grycko, Oscar Dominguez e altri allo Studio 7b, le pionieristiche foto formato Leica di Raffaele Tassinari la domenica mattina in corso Garibaldi 4, , il violoncello di Filippo Lo Piccolo alla Woodword Penthouse veenrdì sera e la colazione «liberata» dell’Fm Market domenica mattina. E chissà che non si liberi anche tanta creatività.