Bolkenstein, parla Bolla (presidente di Donnedamare): "I bagnini ravennati non si fanno sentire"

Ravenna | 02 Maggio 2016 Cronaca
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Chi l'avrebbe mai detto che proprio Frits Bolkenstein, «papà» dell'omonima direttiva, non si capaciti del perchè le spiagge siano state inserite nel famigerato documento presentato nel febbraio 2004. Ma c'è da crederci, se a raccontarlo è Bettina Bolla, la vulcanica e lungimirante presidente di «Donnedamare», associazione culturale nata nel 2012 allo scopo di tutelare le donne nell'impresa balenare e l'ambiente marino su cui insistono le strutture italiane. Della Romagna, però, l'unico stabilimento che ne fa parte è il bagno Rapa Nui di Lido di Savio. «Intervistai Bolkenstein a margine di un convegno - racconta Bolla, proprietaria di un bagno a Varazze - e lui stesso mi disse che nella direttiva originaria le spiagge non esistevano e che il suo documento è stato il più emendato di tutti i tempi. Ovviamente è entrato in ballo l'interesse delle multinazionali e dei grandi gruppi a far sì che le spiagge si trasformino in lavatrici di denaro sporco, se è vero che due ettari di sabbia producono due milioni e mezzo di pil all'anno. Il problema è che in questi anni ci è stata messa contro l'opinione pubblica, perchè si è detto che la Bolkenstein porterà spiagge libere. Alla luce di questa situazione è nato quindi il blog Donnedamare.it, che cerca di attuare una comunicazione persuasiva e che è stato capace di raggiungere anche seimila contatti al giorno». A farne parte sono donne e uomini di oltre cento stabilimenti italiani, ma all'appello manca la Romagna. «Alle nostre manifestazioni vengono bagnini da Abruzzo, Calabria, Toscana, Liguria, Basilicata e Calabria, ma gli operatori romagnoli sono stranamente silenziosi. Sono abbastanza rappresentati i lidi ferraresi, le città di Rimini e Riccione, ma dai lidi ravennati l'unico che aderisce è il Rapa Nui di Lido di Savio. E dire che la posta in gioco è alta». Oltre a combattere l'errata applicazione della Bolkenstein nel settore balneare, creare consapevolezza nell'opinione pubblica e fare rete, Donnedamare propone progetti quali ad esempio l'ombrellone sociale - spiaggia gratis per chi è in carico ai Servizi sociali - e un posto al sole gratis per chi dona sangue.

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