Federico Savini
«Se c’è un effetto positivo che ha avuto la guerra, e che possiamo riscontrare soltanto oggi, è che una simile tragedia dopo tanti anni riesce a creare ponti tra le generazioni. A vedere il nostro film verranno più di 350 persone, per quel che ne sappiamo adesso, e molti sono ex cotignolesi che la guerra l’hanno vissuta e torneranno qui accompagnati da figli e nipoti. Spesso sono proprio i più giovani quelli più interessati a sapere di quei giorni». Mario Baldini dell’associazione Primola vede già «oltre» la proiezione di L’Albaraz nell’isola, il film che sabato 9 e lunedì 11 (con doppia proiezione alle 20.30 e alle 22, ma restano pochi posti disponibili, info@primolacotignola.it) porterà centinaia di persone a celebrare la Liberazione al teatro Binario di Cotignola.
L’Albaraz nell’isola prende spunto da video inediti della Liberazione di Cotignola, avvenuta il 10 aprile 1945, integrati con nuove riprese che creano un racconto nuovo, ma fondato sulla memoria. I filmati inediti sono state ritrovati in un archivio militare neozelandese dal fotografo Franco Baldi. E «Se trovi un filmato di 10 minuti sulla guerra nel tuo paese di 71 anni fa – si chiedono quelli di Primola -, se c'è un albaraz che ha 116 anni, che da tempo vive da solo in un'isola, e trovi un uomo che di anni ne ha 82 ed è cresciuto all’ombra di quell’albero, cosa ti viene in mente? Abbiamo cercato di creare un racconto sul fronte di guerra di Cotignola con gli occhi del gioco, con un gruppo di bambini che si sono offerti per partecipare alle riprese».
Il film è il risultato di un autentico lavoro comunitario. La regia è di Marco Morandi e Mario Baldini, coadiuvati da Alessandro Carnevali, alla sceneggiatura hanno collaborato anche il «nostro» Samuele Staffa (che ha montato i 5 minuti di filmati neozelandesi che saranno proiettati dopo L’Albaraz nell’isola) e Rodolfo Gaudenzi, che «Ha ricostruito il percorso dei neozelandesi nel video – spiega Baldini -, individuando anche il crocevia di via Zanzi, dove nasce anche l’Arena delle Balle di Paglia, e al Binario ci guiderà nei luoghi del filmato. Determinanti anche i contributi di Enrico Contadini e Giuseppe Liverani per le riprese, oltre che di tutti i bambini partecipanti (e i genitori coinvolti) insieme ad Antonio Cornacchia e Massimiliano Fabbri che compaiono nel film.
«Se troveremo l’entusiasmo e le forze – chiosa Baldini – questo dell’Albaraz sarà solo il primo episodio di un vero lungometraggio. Per ora lo consideriamo un progetto in divenire e speriamo che chi verrà a vederlo sappia cogliere il significato più profondo di questa operazione»