Roberto Bunicci (Piloti porto): «Arrivano navi con più tonnellaggio, spero che Ravenna pensi in grande»
Roberto Bunicci, capo dei piloti del porto, è soddisfatto di un anno cominciato in maniera impegnativa: «Abbiamo chiuso il 2014 con la tragedia della Gokbel, ma sono giunte nei giorni scorsi le attestazioni di merito a piloti e ormeggiatori protagonisti delle operazioni di soccorso. E’ stato riconosciuto il valore delle professionalità che sono intervenute con generosità e coraggio a supporto degli uomini e delle motovedette della Capitaneria. Ci ha fatto molto onore. Il primo piacere è stato aver salvato i naufraghi, ma anche che sia stata riconosciuta la qualità delle nostre competenze e l’importanza che esse rappresentano anche per il territorio ravennate».
Come è andato il 2015?
«Prevalentemente stabile per quanto riguarda le diverse tipologie merceologiche, con una leggera flessione. Quello che continuiamo ad osservare è la naturale tendenza a investire su vettori sempre più grandi e più redditizi per trader, agenti marittimi, spedizionieri. Il nostro porto, come tutti i porti italiani, genericamente ‘vecchi’, è stato pensato per tonnellaggi medio-piccoli. Noi pensiamo diversamente dal nord Europa dove hanno un minimo affaccio sul mare. Abbiamo una grande estensione di costa, con più porti, ed il fatto di avere porti vicini, in passato, ha molto aiutato i territori retrostanti. Chiaro che ora è tempo di scelte strategiche, per capire su quali porti investire massicciamente e per quali tipologie merceologiche. Condivido quindi l’idea di investire su terminal specifici e fondali adeguati e sposo in pieno la tesi del presidente dell’Autorità portuale Galliano Di Marco che pensa a Trieste per i grandi container. Non per questo noi non possiamo essere un terminal container, continuando ad essere legati a merci rinfuse, cereali, merci secche che costituiscono il nostro traffico maggiore».
E’ cambiato qualcosa nella provenienza delle navi?
«Si vede forse una riduzione di bandiere italiane a vantaggio di bandiere europee e di comodo. L’attività ispettiva della Capitaneria si fa sentire e al nostro porto è riconosciuta la bontà del sistema di sicurezza. Quello che ho notato purtroppo è una riduzione del personale e un deterioramento della qualità per le navi cosiddette ‘carrette’ con equipaggi stanchi, stressati, oberati di lavoro».
Ci sono stati problemi particolari?
«La situazione è abbastanza routinaria. Spazi e fondali sono i settori storici che andrebbero migliorati per rendere più efficiente questo porto. Una nave con più pescaggio scala più quantitativi allo stesso costo, ma bisogna tenere conto dei limiti naturali del nostro porto. Bisogna ragionare bene su dove vuole andare e integrare tutti i sistemi: marittimo, stradale, ferroviario e logistico. I fondali non sono l’unico problema: per noi bisogna pensare alla canaletta di navigazione, all’avamporto, allo stesso canale Candiano e alla curva di Marina di Ravenna che è un limite naturale».
Cosa si augura per il nuovo anno?
«Mi auguro di vedere tutta Ravenna, tutto il comparto marittimo, con al fianco l’avanguardia del settore politico, fare un cambio di marcia e di mentalità, che non pensi più come una provinciale ma come una grande città. Noi siamo il porto dell’Emilia Romagna, siamo in fondo un capoluogo di regione in ambito portuale, volano di sviluppo per tutta l’area e non solo. Mi piacerebbe vedere una tangenziale molto efficiente, un sistema ferroviario migliorato e lanciare così il porto incontro al futuro con nuove e più ricche prospettive. Ci servono solo un po’ più di fondale e di spazio e appunto potenziare la rete infrastrutturale retrostante. Non ci devono essere progetti fumosi e disarticolati, ma una linea di sviluppo dal mare verso Ravenna, che possa offrire maggiore possibilità per tutti i concessionari di terminali a terra».
Per quanto riguarda il vostro personale è sufficiente?
«A gennaio ci sarà il passaggio a pilota effettivo, dopo 9 mesi di addestramento a bordo, di Giampiero Di Maggio e proprio oggi abbiamo assunto un nuovo allievo pilota, Raoul Frezza, che sostituirà il prossimo pensionando. Sono due ragazzi molto giovani, 29 e 31 anni, che rappresentano il futuro del corpo piloti di Ravenna e dimostrano la capacità del nostro corpo di rinnovarsi senza stravolgimenti, introducendo giovani selezionati tramite un concorso pubblico promosso dalla Capitaneria di porto, in sostituzione dei piloti più anziani. Il passaggio generazionale avviene così con progressione, senza scalfire la memoria storica dei piloti stessi».
Elena Nencini
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