Alluvione in Romagna, collina in ginocchio da Modigliana a Casola, da Riolo a Brisighella

Romagna | 28 Settembre 2024 Cronaca
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Riccardo Isola - Torrenti impetuosi che attraversano paesi, frane, centinaia, che feriscono la viabilità appenninica, anche quella su ferro, vie del centro dei paesi che si trasformano in rii di acqua e fango, inondazioni di case e proprietà. Questo, ancora una volta, dopo sedici mesi abbondanti dalla doppia ondata di maltempo che ha colpito la Romagna l’anno scorso, hanno vissuto in questa metà di settembre le comunità dell’Appennino e del fondo valle. Una terza «sberla» meteorica, in alcuni casi le precipitazioni in poche ore hanno raggiunto i 300 millimetri, che ha di nuovo messo in ginocchio, oltre a Faenza, le realtà  di Modigliana, Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme e Castel Bolognese. Chi si è salvata, questa volta, è stata solamente Solarolo.

MODIGLIANA
«Non è possibile che ci si debba prendere anche le responsabilità che non competono a noi. Oggi vigono regole nella Pubblica amministrazione di un periodo che non c’è più. Tempi troppo lunghi, burocrazia estenuante e lontananza operativa di chi invece dovrebbe aiutare i territori a rialzarsi il prima possibile. Serve snellire ma che, si badi bene, non significa non controllare». Parole, nette, chiare e incontrovertibili quelle espresse dal sindaco di Modigliana, una delle realtà più colpite da questa nuova ondata di maltempo di fine estate 2024, Iader Dardi. «Non ci può essere solo la somma urgenza - aggiunge - deve esserci un’altrettanta capacità tempestiva di portare risorse, economiche e tecniche, sui territori colpiti per mettere in sicurezza, cosa che purtroppo non c’è stata in tutta la catena istituzionale dal maggio 2023 a oggi. Sappiamo che serve tempo per realizzare lavori, cantieri, gare e appalti ma non perdite di tempo». Il bilancio di questo terzo evento drammatico a Modigliana è presto fatto: strade ulteriormente compromesse, frane, case alluvionate, accessi alle proprietà non sempre sicuri. E milioni di euro da aggiungersi ancora.

BRISIGHELLA
Considerazioni che anche il primo cittadino brisighellese, Massimiliano Pederzoli rimarca. «A oggi abbiamo avuto risorse per 1,8 milioni di euro a fronte di un danno, avuto nel 2023, di centinaia di milioni di euro. Cosa possiamo fare noi in questo modo per mettere a posto strade, risistemare le centinaia di frane, fare opere di messa in sicurezza del territorio?». A Brisighella finalmente la Sp 302 è stata riaperta, anche se con controllo semaforico, decine di strade compromesse, una frazione Marzeno fortemente colpita nelle abitazioni e non solo, una linea ferroviaria chiusa «e non sappiamo quando verrà ripristinata». Per tutto questo Pederzoli rimarcacome «servono risorse subito».

CASOLA VALSENIO
Quello che questa nuova ondata di maltempo ha ulteriormente evidenziato a Casola «è la fragilità idrogeologica nel suo complesso. Si sono infatti verificate - spiega il sindaco Maurizio Nati - anche situazioni nuove a monte dell’abitato che hanno avuto ripercussioni sul centro. Stiamo affrontando un dissesto che diventa sempre più difficile da tenere sotto controllo. I lavori di somma urgenza che abbiamo fatto subito dopo l’alluvione del 2023 hanno tenuto, ma abbiamo finanziamenti per intervenire con la messa in sicurezza di strade, frane, fossi in attesa di arrivare per circa 80 milioni di euro, cosa si aspetta?». Chi sta ancora aspettando risposte, economiche e non solo, è Giovanni Bertozzi. Imprenditore di «montagna» legato alla filiera dello svezzamento dei pulcini che da maggio 2023 si trova in un limbo. «L’azienda di fatto l’ho dovuta sospendere, parliamo di mezzo milione di capi l’anno, per non dire chiudere, ho dovuto mandare a casa i dipendenti e bloccare tutto. In oltre sedici mesi non ho avuto nessun tipo di risposta concreta da parte degli enti ai quali mi sono rivolto per cercare una via di uscita a danni che non sono certo stati creati o causati da una personale malagestione ma dalla doppia ondata di maltempo del 2023. L’ultima ondata di queste settimane ha ulteriormente aggravato una situazione molto difficile, soprattutto per quanto concerne la tenuta della viabilità che dire fragile è fargli un complimento».

RIOLO TERME
La cittadina termale, anche questa volta, l’ondata di maltempo l’ha subita in modo importante. Lo conferma la sindaca Federica Malavolti che sottolinea come «sono andati in crisi situazioni ormai storicizzate. Rii vecchi, magari tombinati, situazioni idro-orografiche che hanno portato il Senio a repentini cambiamenti della piena, frane e situazioni di smottamenti che a volte hanno reso difficile l’attraversamento in sicurezza della strada. Abbiamo avuto situazioni molto gravi a Isola, dove il ponte Bailey è crollato dalla furia dell’acqua, ma anche in altre in zone come Rio Vecchio e Fornace. Abbiamo bisogno di risorse - conclude - e di tempi certi per rendere operativi i cantieri e le grandi opere che servono per la messa in sicurezza. Da soli, come piccole comunità, non potremo mai farcela». E proprio da un’abitante di Isola arriva un «saluto con grande tristezza» a quel ponte che per ottant’anni ha permesso l’attraversamento della frazione. Gli fa eco Pierluigi Isola che sottolinea come un simbolo per questa piccola realtà collinare  manchi già a tutti: «Eri vecchio con qualche ruga, facevi sempre un gran casino quasi come me, ma eri bello e avvertivi l’arrivo di qualcuno ogni volta che ti attraversavano».

CASTEL BOLOGNESE
Da Castel Bolognese il sindaco Luca Della Godenza è chiaro: «al di là della fase di somma urgenza quello che serve e non più rimandabile è la messa in sicurezza del fiume. Lo dicamo alla luce di una necessità - rimarca - legata alla creazione delle casse di laminazione utile alla tutela del territorio a valle. Al di là di via Cornacchia e via Canale, fortemente colpite e rovinate, quello che preme con immediatezza fare è il ripristino e la messa in sicurezza del Senio, sia nelle aree dove è uscito, zona della diga Steccaia, sia nella sua complessità. Lavori non rimandabili».  Lavori di sicurezza che interesseranno particolarmente diverse famgilie che abitano lungo quell’area del Senio. Uno di questi è Enrico Montanari che per la terza volta ha dovuto lasciare casa. «Purtroppo anche questa volta mi è stato chiesto di lasciare la mia abitazione in via precauzionale nella sera del 18 settembre. In fretta e fuoria ho cercato di portare vie alcune cose e di mettere in sicurezza all’interno dell’abitazione mobili e quant’altro. Poi dopo l’ondata di piena, che ha colpito direttamentema i campi circostanti, piano piano le acque hanno iniziato a ritirarsi diverse ore dopo».

 
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E invece sì usano gli argini per il cicloturismo
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