Ciclismo, 20 anni senza Marco Pantani, il ricordo di Roberto Conti: «Quella sera ho perso un figlio»

Romagna | 14 Febbraio 2024 Sport
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Il prossimo 19 luglio saranno trascorsi 30 anni da una impresa leggendaria, la conquista dell’Alpe d’Huez durante il Tour de France 1994, punto più alto di una sconfinata carriera e non solo perché si tratta di una montagna alta più di 3.000 metri. Mercoledì 14 febbraio, invece, ne sono trascorsi 20 dal punto più drammatico e doloroso, che Roberto Conti da Bagnara di Romagna non ha mai dimenticato: la morte del suo grande amico ed ex compagno Marco Pantani, trovato senza vita in un residence di Rimini nella notte di San Valentino del 2004. Il fidatissimo gregario, classe 1964, e l’esuberante campione, di 6 anni più giovane, con il quale Conti ha vissuto quattro stagioni alla Mercatone Uno, alla fine degli Anni Novanta (dal 1997 al 1999) e nel 2003, l’ultimo anno da professionisti per entrambi. Compagno, amico, punto di riferimento, spalla inseparabile, «ma anche padre, perché spesso consideravo Marco come un figlio», ricorda Conti. A 20 anni dalla scomparsa del Pirata, l’ex corridore di Bagnara, che in carriera ha preso parte a 16 edizioni del Giro d’Italia (concludendone 14) e a 11 edizione del Tour de France (terminato 8 volte), apre l’album dei ricordi. Emozionandosi ed emozionandoci.
Conti, sono trascorsi 20 anni da uno dei giorni più drammatici nella storia dello sport italiano. Cosa ricorda del 14 febbraio 2004?
«Era un sabato sera, ero davanti alla tv e stavo guardando Perugia-Chievo, anticipo di Serie A. Quando la partita terminò, tutti i notiziari diedero la notizia della morte di Marco. Ricordo che mi alzai dal divano e diedi un calcio a una porta. C’era tanto dolore, ma anche rabbia. Tanta rabbia».
Che rapporto avevate?
«Il classico rapporto che hanno due amici romagnoli. Ridevamo e scherzavamo sempre, anche se io ho 6 anni in più di lui. Provavo spesso a dargli consigli, lui mi diceva sempre: “Ro’, non farmi le paternali, dai”. Per me era come un figlio o un fratello più piccolo, gli ho voluto un gran bene».

L'INTERVISTA COMPLETA A ROBERTO CONTI SUL NUMERO 6 IN EDICOLA O NELLE CASE DEGLI ABBONATI DA VENERDI' 16 FEBBRAIO
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