Comitato di Amicizia Faenza, tanti progetti realizzati negli anni in Burkina Faso seguiti da Maura Memmi

Raffaele Gaddoni - Alcuni anni fa, Maura Memmi terminò la sua carriera lavorativa presso una branca dell’Amministrazione regionale e prese contatto con il Comitato di Amicizia comunicando la sua disponibilità ad offrire la sua collaborazione ed anche la disponibilità a partecipare ad una delle missioni in Africa che annualmente esso organizza. Le venne chiesto di dare una mano nella selezione degli indumenti che i cittadini consegnano al Centro di Raccolta materiali riciclabili, per individuare quelli in buono stato, che possono essere inseriti nel settore del riuso. Numerosi sono i cittadini, in particolare quelli immigrati, che visitano il Mercatino dell’usato per ricevere capi da indossare, in cambio di una modica offerta. Sia il contatto con gli immigrati, sia una forte curiosità di conoscere il continente africano, la portò ad accompagnare un gruppo di volontari del Comitato di Amicizia che avevano in programma di recarsi in Burkina Faso per visionare alcuni progetti di sviluppo e verificare la fattibilità di alcune nuove proposte, presentate dalla popolazione delle località con le quali l’organismo faentino ha allacciato rapporti di gemellaggio e cooperazione.  L’esperienza risultò talmente positiva che Maura convinse l’amico Giancarlo ad accompagnarla l’anno successivo, in un suo nuovo viaggio in Burkina, durante il quale prese contatto con vari gruppi locali. In quelle due settimane i due amici  collaborarono con le comunità locali per lo sviluppo dell’orticoltura, in modo da incrementarne la produzione. Differenti sono state le partenze per il Burkina effettuate da Maura e Giancarlo. Vari sono stati i progetti che lei ha proposto al Comitato di Amicizia, per la realizzazione. Uno ha riguardato la fornitura di una ambulanza per un Dispensario di una comunità distante circa 100 km dalla capitale Ouagadougou. Numerosi erano gli ammalati che giornalmente si rivolgevano  a quella realtà sanitaria, per richiedere le cure.  Un’ambulanza avrebbe assicurato a questi ammalti un trasporto celere e soprattutto in un tempo che avrebbe permesso una adeguata cura. Molti sono stati gli ammalati che grazie all’ambulanza il Dispensario ha potuto salvare.
Durante il suo peregrinare fra i villaggi della periferia della capitale, Maura è giunta a Koubri. Qui è venuta in contatto con Rosalie, una giovane mamma la quale era riuscita ad apprendere l’arte del cucire, che le permetteva di vivere. Lei però desiderava far conoscere anche alle ragazze del suo villaggio e di quelli limitrofi, il mestiere della sarta. Comunicò a Maura il suo desiderio di dar vita ad una scuola di cucito, frequentata da una quarantina di ragazze. Il progetto prevedeva la fornitura di 40 macchine da cucire, il filato ed il tessuto da utilizzare per la confezione degli abiti, lo stipendio per alcuni istruttori. Il Comitato di Amicizia ha accolto positivamente quella proposta. Rosalie ha potuto dar vita alla sua scuola di cucito della quale stanno beneficiando parecchie ragazze.
Maura si innamorò di quell’angolo del Burkina e decise di acquistare un piccolo lotto di terreno sul quale costruirsi una casetta in muratura per trascorrervi alcuni mesi, sia in primavera che in autunno, in modo da favorire la sua socializzazione con le donne locali e prendere contatto con i loro bimbi. In breve è riuscita a realizzare il suo sogno. La sua presenza è stata accolta con favore, le donne hanno preso l’abitudine di considerala una di loro. Numerosi sono i bimbi che ogni giorno si presentano alla sua casa. Lei li accoglie con affetto, mette a loro disposizione i giochi che si è portata dall’Italia. Prepara per loro un buon pranzo, in modo da garantire cibo sufficiente anche per i bimbi che a casa loro sarebbero costretti a saltare il pranzo, o, la cena. Maura ha pensato di creare una struttura che assicurasse alcuni posti di lavoro ed anche una maggior produzione di elementi idonei a preparare il cibo. Inizialmente aveva pensato ad un orto, ma ben presto si è dovuta rendere conto che in quel luogo non avrebbe avuto sufficiente acqua per l’irrigazione. Consultatasi con le famiglie  del luogo, ha deciso di dar vita ad un pollaio nel quale immettere 500 pulcini. Vista la buona riuscita del progetto, ha aperto un secondo pollaio, simile al primo. Questa iniziativa permette ad alcuni uomini di avere un lavoro duraturo. Essi si prendono cura della gestione del progetto anche durante i mesi cha Maura torna a Faenza, ove abita. Per lei il ritorno in Italia ora è particolarmente piacevole, perché può dedicare un poco del suo tempo al nipotino che la figlia le ha donato. Molte altre sono le iniziative alle quali Maura sta dedicandosi. E’ bello constatare come la ferma volontà di una donna stia riuscendo a migliorare la vita di varie famiglie, costrette a vivere in difficoltà.