Faenza, i 5 anni del Gruppo Fotografia Aula 21: «Tanti under 30 protagonisti, ora cerchiamo una nuova sede»

Romagna | 12 Dicembre 2023 Lab 25
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Irene Roncasaglia - Il Gruppo Fotografia Aula 21 è un’associazione socio culturale faentina che si occupa del settore artistico. Questa realtà è nata sette anni fa, all’interno delle mura del liceo di Faenza, come attività extrascolastica pomeridiana per gli appassionati di fotografia. Da cinque anni si è staccata dalla realtà scolastica diventando un punto di riferimento per l’aggregazione giovanile. Emma D’Antonio, tra le prime a entrare nel gruppo, ora presidente di «GFAula21» specifica: «Ci rivolgiamo a un target ampio e giovane, con una settantina di associati di età variabile tra i quattordici e i ventisette anni. Applichiamo le skills fotografiche proponendo corsi formativi per i giovani e organizzando eventi e mostre aperte al pubblico. Si tratta di attività di aggregazione, e momenti di comunità. Proponiamo in particolare progetti di fotografia, ma non solo, spaziando anche nella creazione di magazine e nell’editoria grafica. Il gruppo di fotografia è anche un’ occasione per gli studenti del liceo “Torricelli-Ballardini” per svolgere una parte di ore di alternanza scuola lavoro che prevede sia la formazione fotografica teorica sia quella pratica nella fase di allestimento, produzione e coordinamento degli eventi». Prosegue Elisabetta Gentili, entrata nel gruppo nel 2018, per cui ha vissuto l’evoluzione dell’associazione nel suo distaccarsi dalle attività del liceo, ora fa parte del consiglio direttivo: «Durante il periodo dell’alluvione abbiamo aperto la sede in via Cavour 7 a disposizione degli alluvionati, mentre a livello fotografico non abbiamo fatto un progetto di gruppo sul momento. Alcuni singoli soci hanno scattato delle foto in quei giorni, che sono state poi esposte, costituendo una mostra itinerante richiesta in varie sedi e occasioni, tra cui i Martedì d’Estate, successivamente al rione Nero e la scorsa settimana è stata riproposta nei locali del Borgo d’Urbecco. Nella fase post alluvione abbiamo rallentato le iniziative per non urtare la sensibilità dei cittadini faentini, in un momento delicato e complesso. A giugno abbiamo organizzato un aperitivo, il cui ricavato è stato devoluto al fondo di beneficienza del Comune per gli alluvionati. È stata una soddisfazione, anche se abbiamo raccolto una cifra simbolica siamo riusciti a dare un nostro piccolo contributo alla comunità».
Filippo Marzotti, entrato nel gruppo per scherzo a giugno 2019, ora segretario dell’associazione parla dell’ultima iniziativa: «Domenica tre dicembre abbiamo inaugurato la mostra per la Festa internazionale sulle disabilità, al Palazzo del Podestà di Faenza. Abbiamo creato un progetto sulle realtà faentine che lavorano a contatto con giovani disabili, in particolare scattando foto agli allenamenti e partite di baskin e ai laboratori di cucina organizzati da Anfas». Emma riprende: «In questo momento siamo in una fase di instabilità perché la sede in via Cavour è inagibile da un mese causa infiltrazioni piovane. Senza questo luogo fisico, che era un punto di incontro quotidiano, facciamo fatica a continuare i progetti che comunque stanno proseguendo. Ci teniamo a sottolineare che ci serve supporto per trovare uno spazio che ci permetta di tornare a vivere una realtà anche dal punto di vista fisico, per noi molto importante. È bello che anche i giovani possano trovarsi in un luogo libero a cui possono accedere quando vogliono. Attualmente stiamo portando avanti il progetto europeo “Verde Speranza”, sulla sensibilità al cambiamento climatico, il corso “Aula Insegna” per chi frequenta i primi anni delle superiori e una collaborazione con Artemisia. Ci piace sperimentarci da un punto di vista formativo in diverse attività lavorando anche con nuovi target di età. È bello collaborare con le varie realtà faentine e vedere le associazioni aiutarsi, soprattutto ora che ci ospitano nelle loro sedi. Nel tempo mi ha colpito il vivace clima culturale faentino, è una soddisfazione vedere che la nostra associazione sta lasciando un segno nel territorio, permettendo ai ragazzi di vivere un’esperienza di comunità quotidianità, che in altre associazioni con età più alte si fatica a trovare. È prezioso poter lavorare in un clima così coinvolgente, è un’esperienza di cui siamo grati!».
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