Ravenna, il presidente Anpi Artioli: "Crescono i giovani tesserati, ma servono più attivisti"
Silvia Manzani - «Quando il fascismo torna a farsi sentire, come in questo periodo, in maniera tracotante, i giovani bussano più spesso alla nostra porta per condividere la loro indignazione». Ivano Artioli, presidente provinciale dell’Anpi, non è tanto preoccupato per l’assenza di giovani tra i venti e i trentacinque anni nelle fila dell’associazione, quanto del fatto che chi è sotto i quaranta spesso non può dedicarsi in maniera attiva.
Presidente Artioli, quanti giovani iscritti avete, a livello provinciale?
«Sui 3800 iscritti totali, direi che il 35-40% è rappresentato dai più giovani. Come è noto, l’Anpi procede verso un irreversibile invecchiamento dovuto alla morte di combattenti, partigiani e patrioti. Il nucleo forte è composto dai loro figli, che sono intorno ai 50-60 anni, ai quali sempre più spesso si avvicinano, specie in territori come il nostro, ragazzi e ragazze senza la cui iscrizione l’Anpi sarebbe di fatto scomparsa. Il problema è che a fronte di tanta passione per l’antifascismo, molti non hanno il tempo per seguire le varie attività, presi dagli impegni di studio, lavoro, famiglia».
In questo periodo qualcosa sta cambiando, sul fronte dei giovani?
«Sì, il primo aspetto da notare è che quando si tratta di organizzare le iniziative del 25 aprile o altri eventi istituzionali, abbiamo una estrema facilità a trovare i giovani per i discorsi, anche perché si tratta sempre di persone di cultura, veri consumatori di libri, film e documenti sulla storia della Liberazione. Il bello è che si tratta di adesioni spontanee e convinte. Non a caso, arrivano spesso giovani sotto i 18 anni che vorrebbero iscriversi, magari “ereditando” la tessera di un nonno e ai quali purtroppo dobbiamo dire no. Proprio qualche giorno fa si è presentata una ragazza sotto i trent’anni inorridita dal clima attuale. Sono segnali che ci fanno ben sperare. I giovani portano una ricchezza che non può che farci bene, di fronte a un’Italia che svolta a destra, percepiscono che qualcosa non va. Molti nostri iscritti non hanno alcuna tessera di partito ma, quella dell’Anpi, sì».
Che cosa si potrebbe fare, per avvicinare ancora più giovani?
«Buona parte del nostro lavoro consiste nell’andare nelle scuole che ci chiamano, solo l’anno scorso abbiamo portato 1200 studenti sull’Isola degli Spinaroni. Credo, però, che i partiti che si ispirano ai valori della democrazia e dell’antifascismo dovrebbero ricordarsi e ricordare più spesso che la nostra libertà viene dalla Resistenza. La memoria è fondamentale».