Faenza, nasce il primo gruppo Lgbt in città: "Così rompiamo un tabù"
Margherita Calzoni - «Sono William Donati e insieme a Mira Pantera siamo gli organizzatori di questa nuova realtà faentina che è il Gruppo giovani Lgbt+ Faenza. Siamo nati da poco, quando nel primo nostro incontro si decise tutti insieme che strada intraprendere. Le nostre riunioni hanno grande partecipazione: speriamo sia un segno che stiamo facendo del bene. Questa serata è anche un’occasione per presentarci ufficialmente a Faenza, quindi alla cittadinanza, ai nostri concittadini e non solo». Così si sono presentati i giovani del gruppo Lgbt+ Faenza nelle sale del rione Verde, durante la prima conferenza da loro organizzata, il 29 novembre. Conferenza che ha visto trattare temi legati ai crimini dell’odio, ancora oggi legali in paesi quali Cecenia e, più in generale, Russia, con l’intervento di Riccardo Amati, giornalista de L’Espresso e di Lettera43.
Donati, quando è nato il gruppo?
«E’ nato giovedì 19 ottobre 2017. E’ stato il primo incontro in cui tutti insieme abbiamo deciso che strada intraprendere. Per tutti la necessità è quella di “farsi sentire” a Faenza».
Cosa avete previsto di organizzare?
«Il gruppo ha sede al rione Verde e ci troviamo tutti i venerdì dalle 14.15 alle 16.15 circa, orario comodo per gli studenti pendolari. Ci riuniamo subito dopo scuola, essendo questo un gruppo nato inizialmente all’interno del liceo di Faenza e poi aperto a studenti, giovani lavoratori, universitari. Il range di età è dai 15 ai 25 anni. Puntualizziamo che le nostre riunioni sono aperte a tutta la cittadinanza».
Dopo la conferenza del 29 novembre, avete altri progetti?
«La conferenza è stata il primo evento pubblico, abbiamo colto l’occasione per presentarci alla cittadinanza. Non ci aspettavamo una così grande affluenza: erano presenti più di 40 persone di tutte le età. Ora stiamo raccogliendo idee e progetti per svilupparli al meglio. Il nostro obiettivo più grande ora è farci conoscere a Faenza, non come gruppo, ma per far capire alla città che esistono realtà diverse oltre a quella eterosessuale e che devono trovare spazio, ad esempio nella scuola o sul posto di lavoro. A scuola vogliamo portare l’attività del gruppo nella cogestione: per un giorno la scuola (il liceo Torricelli-Ballardini) viene gestita dagli studenti. L’anno scorso abbiamo provato a parlare di queste tematiche con il supporto del Cassero-Arcigay di Bologna: purtroppo la cosa è stata snaturata. Il laboratorio è stato accettato solo con la presenza di una controparte, un sostenitore delle teorie riparative all’omosessualità. Noi ci siamo allarmati ed abbiamo denunciato la cosa».
Come avete reagito?
«Già precedentemente avevo in mente di creare un gruppo per Faenza : ho trovato sostegno in Mira, che aveva la mia stessa idea. Rispetto alle nostre aspettative abbiamo avuto un grande riscontro con le riunioni del venerdì: sono presenti sempre una decina di persone. Per le tematiche che trattiamo, il target e la città in cui siamo, consideriamo queste presenze un successo».
Mira Pantera, nelle riunioni che temi trattate?
«Siamo principalmente ragazzi e ragazze che si riuniscono. Attraverso attività pensate da noi affrontiamo un argomento diverso ad ogni incontro, ma sempre in modo giovane, dinamico e leggero. In tutto questo ci confrontiamo, ogni tanto condividiamo esperienze comuni e capita anche di parlare delle nostre problematiche. In questo caso i consigli che vengono dati all’interno del gruppo sono quelli che può dare un amico. Siamo consapevoli di non essere degli esperti, infatti in situazioni gravi o complesse, consigliamo sempre di rivolgersi un medico o uno psicologo, esperti appunto».
Il Consiglio comunale di Faenza, riunito il 27 novembre, ha approvato a maggioranza l'ordine del giorno «contro ogni discriminazione di genere e di identità sessuale», che ha fatto molto discutere e creato anche qualche problema politico all'interno della stessa maggioranza».
Donati: «Abbiamo chiamato alla nostra riunione Niccolò Bosi, consigliere che ha presentato l’ordine del giorno, che collabora con noi. E’ stato gentilissimo, ci ha spiegato l’accaduto nei minimi dettagli».
Cosa ne pensate?
Donati: «Sono contento che l’accaduto abbai scosso le coscienze dei membri del consiglio comunale. Quello che è accaduto è stato rivelatorio».
Pantera: «La vivo come un’esperienza positiva: è un piccolo passo che uniti ad altri possono fare la differenza, nella speranza che a breve si arrivi alla legge contro l’omo-transfobia, che da tempo aspettiamo e che il sindaco si faccia portavoce della legge in Parlamento».
Siete in contatto con altri gruppi o associazioni dell’Emilia Romagna?
«Siamo giovani e ci stiamo pian piano costruendo: ci siamo messi in contatto con diversi esperti. Ad esempio, per la giornata nazionale contro l’Aids, abbiamo preso contatto con Nps Italia Onlus. Poi “Integrazione” un gruppo di avvocati, psicologi e psicoterapeuti che in Romagna offrono servizi a prezzi agevolati. Fare rete è fondamentale».
Infine, che messaggio vorreste far arrivare ai faentini?
«Che ci sono altre realtà, oltre a quella definita “normale”, che a molti spaventa, ma è molto più vicina di quanto si possa credere ed è possibile comprendere. Che ci sono punti di contatto e possibilità di collaborare tranquillamente insieme. All’interno del gruppo ci confrontiamo, al di fuori vogliamo portare aiuto a chi è “fuori dal gruppo” e pensa che di questi argomenti non si possa parlare. Per chi ha pregiudizi, non ci conosce, non sa se mandare i propri figli alle nostre riunioni: vi invitiamo in prima persona a partecipare, genitori e ragazzi. Tutti i venerdì vi aspettiamo. Ciò che accade in piccolo alle riunioni è quello che vogliamo far accadere in grande in città: avvicinatevi, fate un passo verso di noi e capirete chi siamo. Soprattutto per le istituzioni: non possono rappresentare una realtà che non conoscono o non vogliono conoscere».