Faenza, la storia di Debora Zoli: «Vado a “caccia” di talenti per farli giocare nell’Nba»
Fabrizia Montanari - Faentina, 37enne, Debora Zoli, minuta, sorriso caldo e comunicativo, amante della bici, dei cani e dell’attività all’aria aperta, da 13 anni è una «cacciatrice» di talenti del basket. Con una laurea in Business Administration conseguita a Londra, una licenza Nba (lega professionistica di pallacanestro degli Stati Uniti) e una Fiba (Federazione internazionale pallacanestro) acquisita in Svizzera nel 2007 per operare nel settore internazionale, è una delle ventiquattro donne (fonte Japantimes, quotidiano giapponese di lingua inglese che l’ha recensita nel 2018, ndr) nel mondo a svolgere questa professione.
Debora, cosa l’ha spinta verso una professsione così insolita per una donna?
«Ho iniziato a lavorare nella pallacanestro intorno al 2000-2001 per l’Andrea Costa Imola Basket, occupandomi prevalentemente di segreteria e interpretariato per i giocatori americani in trasferta. Attraverso le conversazioni con i loro agenti, ho capito come funzionava questo lavoro e mi sono appassionata. All’inizio per gioco, poi, dopo aver chiuso i primi contratti, ho iniziato a credere che potesse diventare un’attività concreta e ho avuto la costanza di continuare, anche se inizialmente è stato complicato».
Spieghiamo come opera nel concreto?
«All’inizio reclutavo giocatori americani usciti dal College, che volessero continuare la loro carriera nella pallacanestro in Europa o in Asia, non avendo opportunità in Nba. Poi negli anni, la mia esperienza e il mio network si sono ampliati e ho potuto aspirare a rappresentare giocatori ed anche allenatori di maggiore livello. Sono intermediaria fra il giocatore e la squadra di pallacanestro, quasi come “un’agenzia di collocamento”. La società mi comunica il tipo di giocatore che cerca e io suggerisco alcuni nomi in base alle caratteristiche di ognuno, ai ruoli, al budget».
Quali doti ha «messo in campo» per lavorare in questo settore? Qual è l’aspetto più difficile?
«Costanza, perseveranza e pazienza. Mille volte avrei avuto motivi per mollare, ma il mio istinto mi ha sempre spinto a continuare. Quando ho cominciato non avevo esperienza, né conoscenze e non avendo mai giocato a basket, non è stato semplice ottenere la fiducia dei giocatori e delle società sportive, soprattutto in un’ambiente prettamente maschile. Ho dovuto lavorare molto per ottenere una certa credibilità e dimostrare che avevo competenze. Si è trattato di costruire rapporti di fiducia con giocatori, allenatori e società di basket. Servono anni per costruirli e basta poco per distruggerli se non si mantiene una certa integrità. Inoltre è necessario essere costantemente aggiornati e spesso non c’è un giorno libero».
La sua soddisfazione professionale più grande…
«Lavorare con chi prima vedevo solo sui giornali! E constatare che le persone che all’inizio non mi consideravano perché sono una donna, oggi vengono a chiedermi di collaborare!».
Dove vive attualmente? Ha viaggiato molto per lavoro? E in Italia, torna spesso?
«Da circa cinque anni vivo a Long Beach, una cittadina a circa 20 minuti da Los Angeles. Vivo all’estero da circa dieci anni. Prima ho vissuto a Dubai 5 anni, dove lavoravo sempre come Agente di pallacanestro, ma mi occupavo anche del settore immobiliare. Mi piace comunque tornare in Italia spesso. La mia famiglia vive a Faenza, quindi cerco di venire a casa ogni due, tre mesi per vederli».
Il futuro che Debora vorrebbe...
«Sono molto felice e soddisfatta del mio presente, quindi spero che il mio futuro continui su questa traiettoria».