Calcio donne, la ravennate Martina Piemonte presenta il Mondiale: "Sfidiamo i pregiudizi, la Nazionale è forte e punta almeno agli ottavi"
Nella lista delle 23 azzurre che hanno raggiunto la Francia per giocare il Mondiale, agli ordini della selezionatrice Milena Bertolini, non ci sono calciatrici di Ravenna e neppure della nostra provincia. Ma una tifosa speciale, da queste parti, c’è eccome. Si tratta di Martina Piemonte, attaccante ravennate classe 1997, reduce da una stagione in serie A con la maglia della Roma e con un notevolissimo (e recentissimo) passato con le nazionali giovanili azzurre. La Piemonte, infatti, ha conquistato il terzo posto nel campionato Europeo 2014 con l’Under 17 azzurra e anche un eccellente terzo posto nel Mondiale disputato in Costa Rica. Notata dagli osservatori della Riviera di Romagna, nel 2012 Martina cominciò la sua avventura nel calcio femminile prima di passare al San Zaccaria. Nell’estate 2016 Piemonte si trasferisce a Verona, dove rimane per una stagione segnando 11 gol in 19 gare di campionato, che le valgono il trasferimento in Spagna. Al Siviglia, nella scorsa stagione, Martina resta fino al mese di aprile segnando 6 reti, poi si trasferisce nella Roma: con la maglia giallorossa, in questo campionato, ha fatto il suo ritorno in serie A. Per quanto riguarda la Nazionale maggiore, il debutto dell’attaccante ravennate risale addirittura al 14 giugno 2014 contro la Repubblica Ceca, in una gara valida per le qualificazioni del Mondiale 2015. Quel giorno prese il posto della fuoriclasse Patrizia Panico stabilendo un record: a soli 16 anni è stata la giocatrice più giovane della storia azzurra ad aver debuttato in una gara ufficiale Fifa con la maglia dell’Italia.
Martina, alla vigilia di un Mondiale atteso da 20 anni, come giudica il livello del calcio femminile in Italia?
«Il movimento è in forte crescita. Partivamo da dietro, ma per fortuna in questi anni è cresciuto l’interesse, sono migliorate alcune strutture e soprattutto le società di serie A ora hanno introdotto anche le squadre femminili. Quindi è cresciuto il livello tecnico, c’è maggiore competizione e il calcio è qualitativamente migliore. Il nostro è un bel calcio. Anzi, è il vero calcio».
In che senso?
«Giochiamo in serie A, facciamo i Mondiali, ma siamo considerate calciatrice dilettanti. Giochiamo per pura passione, con stipendi normalissimi. Però, vi assicuro che viviamo meglio rispetto ai nostri colleghi uomini».
Una grande mano è arrivata anche dalle televisioni, con Sky che ha acquistato i diritti per il Mondiale dopo aver trasmesso anche l’ultimo campionato di A.
«La visibilità per noi è fondamentale, finalmente la gente comincia ad affacciarsi a questo mondo e sa che esistiamo anche noi. Era il primo passo fondamentale ed è stato fatto nel giro di un anno, quindi anche molto in fretta».
Ci sono ancora certi pregiudizi che colpiscono la vostra realtà?
«Certo. Il livello tecnico è migliorato, quello culturale no. Sento troppe chiacchiere, per non dire sciocchezze. In Italia ci sono troppi pregiudizi e in questo senso non riusciamo proprio a fare un salto di qualità».
Passiamo al Mondiale, che scatta nel weekend. Come vede l’Italia?
«La squadra è forte, completa, ben allenata. Nel girone affronteremo Giamaica, Australia e soprattutto il fortissimo Brasile della fuoriclasse Marta. L’obiettivo è il passaggio del turno e credo sia un traguardo possibile. Poi penso che l’Italia possa spingersi anche più avanti, anche se non siamo certo le favorite».
Lei ha avuto chance di strappare una convocazione per il Mondiale?
«Avevo giocato alcune gare con Cabrini, ma quest’anno purtroppo non sono mai entrata nel gruppo. Farò il tifo da casa».