Processo Cagnoni, un amico: "si era fatto comprare 4 sim per chiamare delle accompagnatrici"

Ravenna | 22 Dicembre 2017 Cronaca nera
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"Mi chiese se potevo comprargli, intestandole a me, delle sim per contattare accompagnatrici con le quali andare ai convegni, ma io che conoscevo bene anche Giulia gli risposi che non me la sentivo, ma che avrei trovato un amico che poteva fargli questo favore". Con queste parole, Gian Domenico Cavallucci, un amico di vecchia data di Matteo Cagnoni, alla nona udienza del processo che vede quest'ultimo imputato dell'omicidio della moglie Giulia Ballestri, interrogato dal Pm Cristina D'Aniello, ha spiegato come mai diverse sim telefoniche utilizzate tra il 2015 e il 2016 dall'imputato, risultassero intestate ad un'altra persona. "Chiesi a Lucio Collini, un amico che in quei mesi (estate 2015 ndr) viveva a casa mia, se poteva fare questo favore ad un mio conoscente medico e lui accettò. Le sim le pagò Cagnoni e, per la cortesia, Lucio venne pagato con qualche pacchetto di sigarette. Cavallucci che si presentò spontaneamente alla polizia per raccontare questo "favore" fatto a Cagnoni non appena apprese dell'omicidio di Giulia Ballestri, ha anche ricordato di aver accompagnato l'imputato a Milano Marittima da una massaggiatrice e di averlo atteso in auto. "Quando uscì, Matteo che si era portato dietro dei vestiti, si cambiò 'così mia moglie non sospetterà nulla' disse e mi fece capire di avere avuto un rapporto con questa donna che faceva l'istruttrice di fitness ed "arrotondava con i massaggi". Cavallucci che ha parlato di Matteo e Giulia come una coppia affiatata, complice e molto felice, sottolineando come non si sarebbe mai immaginato fosse in procinto di separarsi, ha anche ricordato una cena del maggio 2016 con Cagnoni ed altri amici nella quale l'imputato avrebbe avuto un'uscita, a suo parere un po' strana. "Eravamo tutti uomini e si scherzava sulle donne. Ad un certo punto Matteo ha iniziato a parlarne in maniera "talebana" dicendo che le donne dovevano solo stare a casa che era meglio non separarsi perchè ti chiedevano molti soldi e non ti facevano vedere i figli. Una considerazione che non gli avevo mai sentito fare". Alla domanda del Pm sul contenuto di una lettera che Cagnoni gli mandò quando era in carcere, Cavallucci ha citato le parole dell'amico. "Ricordando i tempi felici con Giulia non può non venirmi alla mente il film Pretty woman: io, ricco, bello e medico incontro una ragazza sbandata e infelice e le dono la felicità" e conclude la missiva "La lotta è vincere la guerra e vincerà chi resisterà un minuto in più dell'avversario".
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