Processo Cagnoni, caos in aula, l'imputato si rivolge alla suocera in aula e la chiama "vacca"
Quando il giudice ha sospeso l'udienza per la pausa pranzo, Matteo Cagnoni s'è alzato e, rivolgendosi alla suocera che sedeva dietro di lui ed aveva appena testimoniato l'ha chiamata "vacca". Momenti di tensione all'udienza del 15 dicembre per il processo che vede Cagnoni accusato di aver ucciso a bastonate la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre di un anno fa. Il fratello della vittima, presente in aula, si è diretto immediatamente verso l'imputato, sono volati insulti e si è quasi arrivati alle mani, ma i due sono stati divisi dalla polizia. Il giudice Corrado Schiaretti ha avvisato l'imputato che non saranno tollerate altre "uscite" simili, pena l'impossibilità per Cagnoni si assistere alle prossime udienze.
Interrogata dal pm Cristina D'Aniello, la madre di Giulia, Rossana Marangoni ha riportato alcune confidenze della figlia che le parlava di una crisi matrimoniale irreversibile e della sua intenzione di separarsi. "Ho provato a convincerla a ricucire il rapporto visto che aveva tre figli, ma Giulia mi ha detto che non ne poteva più, che era certa di essere pedinata da tempo e di voler troncare il matrimonio". Giulia concorda con il marito di ricevere mille euro al mese per ogni figlio ed altrettanto per lei, dopo la separazione e di usare a settimane alterne la casa familiare di via Giordano Bruno per non far spostare i bambini, ma il 13 settembre, all'incontro per la firma, l'avvocato la informa che non riceverà un euro e, anzi, dovrà essere lei a versare del denaro al marito per il mantenimento dei figli visto che lui è nullatenente. "Giulia mi disse di aver saputo che Matteo aveva in parte venduto e in parte donato al fratello 4 appartamenti e il suo ambulatorio".
La madre ha ripercorso il weekend della morte di Giulia spiegando che la mattina di domenica 18 settembre aveva parlato a lungo al cellulare con Matteo Cagnoni che le aveva detto di essere a Firenze con i figli e di aver visto Giulia per l'ultima volta sabato mattina. "Gli ho detto che ero arrabbiata con Giulia perchè non si può sparire senza dire nulla ai genitori nè ai figli e che saremmo andati nel loro appartamento perchè temevo avesse avuto un malore in casa facendo sfondare la porta visto che nessuno aveva le chiavi. Lui mi disse che potevo farlo e io mi stupii molto che non volesse tornare a Ravenna: sapevo che i rapporti non erano idilliaci con Giulia, ma pensavo si fosse preoccupato anche lui visto che nessuno aveva notizie della moglie da due giorni". E' il padre di Giulia ad indirizzare la polizia verso la casa di via Padre Genocchi, "mio marito continuava a dirmi che era certo che Matteo l'avesse ammazzata e voleva che la polizia andasse in quella villa disabitata dove sapeva che Giulia doveva andare con il marito per fotografare dei quadrti da vendere".
Dopo la scoperta del cadavere i nonni materni vanno a Firenze dai nipoti. "Ci accolsero con affetto, ma rimasi molto stupita quando Mario Cagnoni mi disse che non dovevamo preoccuparci per i bambini perchè sarebbero andati in un ottimo collegio a Firenze, escludendo, così, mio genero dal loro futuro".
Ma è forse il racconto di un pranzo tra la figlia maggiore di Cagnoni, Rachele, e il nonno paterno Mario, avvenuto qualche mese fa, che ha lasciato l'aula piuttosto incredula. La Marangoni ha, infatti, spiegato al pm di parlare poco con i nipoti di tutta questa penosa vicenda, ma ha aggiunto di aver raccolto le confidenze di Rachele. La bambina, infatti, avendo letto su internet diversi articoli sul processo e ricordandosi di aver visto il padre scaricare diverse cose dall'auto mentre erano a Firenze, ha chiesto alla nonna di saperne di più e quest'ultima le ha suggerito di rivolgersi al nonno paterno che era con lei il weekend in cui la madre venne uccisa. "Qualche mese fa sono usciti assieme a pranzo solo loro due e quando Rachele è tornata a casa, mi ha detto di essere certa che suo padre fosse l'assassino della madre". La bambina avrebbe riferito di aver chiesto delucidazioni al nonno sull'accaduto, soprattutto spiegazioni sul video del sistema di videosorveglianza della villa fiorentina, apparso su internet, che inquadra il padre mentre carica e scarica diverse cose dal baule dell'auto. Rachele avrebbe chiesto al nonno se scaricavano vestiti della madre e se aveva aiutato il padre e, da quel che ha raccontato poi alla nonna materna, pare che Mario Cagnoni abbia ammesso di aver aiutato il figlio Matteo perchè era "successa una cosa brutta ed era sconvolto" e che Rachele non avrebbe dovuto giudicare il padre. "Quando Rachele gli ha detto che le sarebbe piaciuto avere per ricordo la borsa bianca della madre (quella che indossava la mattina del delitto, ripresa dalle telecamere della pasticceria ndr) e il suo orologio, Mario le ha detto che era stato tutto messo in un sacco e buttato in un bidone". L'avvocato della difesa, Giovanni Trombini, ha chiesto di ascoltare su questo punto Mario Cagnoni nelle prossime udienze.