Andrea Bernabini racconta le novità legate al festival di video mapping
Elena Nencini
Tutte le sere dalle 18.30 alle 22 fino al 7 gennaio 2018 il centro storico della città si illuminerà con «Ravenna in luce», la rassegna di video mapping, con la direzione artistica di Andrea Bernabini che vedrà Battistero degli Ariani, Palazzetto veneziano, Palazzo Rasponi Murat e la chiesa di San Giovanni Evangelista animarsi di suoni, luci e colori. Un viaggio virtuale ottenuto attraverso la proiezione video di immagini (il video mapping appunto). Protagonisti di questi eventi Prospektica group ovvero Sara Caliumi e Roberto Costantini, i bolognesi Apparati Effimeri e uno spettacolo prodotto per il Festival di Chartres da Camille Gross e Olivier Magermans. I luoghi protagonisti di questa edizione sono piazzetta degli Ariani con Trono d’Oriente; piazza del Popolo con Il Cielo di Ravenna; piazza Kennedy con Luna; mentre MiRaggi inaugura venerdì 29 alle 19, al quartiere Farini (visibile dai Giardini Speyer). Al cuore del progetto Andrea Bernabini che da anni si occupa di video mapping.
Bernabini, quest’anno le proiezioni avverranno su quattro monumenti e vedranno diversi autori realizzarle. Un bel risultato?
«Lo scopo era realizzare una rassegna che si occupasse di luce. Ravenna è famosa per i suoi mosaici e per come le tessere che li compongono riflettono la luce. Il mio progetto era portare artisti da tutto il mondo che si occupassero proprio di lavorare con la luce, sono tutte installazioni di video mapping. Per i prossimi anni vorrei che oltre al video mapping ci fossero anche installazioni di luce, dai led ai riflessi, ai video. Tutte le forme della video arte».
Preferisce lavorare su superfici storicizzate su supporti più contemporanei?
«Tutti i supporti sono tele vergini su cui si lavorare. Tutto quello che è struttura può essere ricoperto grazie alla creatività. Il video mapping riesce a modificare l’aspetto delle cose e quando modifichi una superficie nasce una nuova architettura. È una realtà aumentata di quello che vedi, con la caratteristica che non hanno altre arti visive: quella dell’unicità. Il videomapping è proprio site specific non puoi portarlo in altre parti. Si lega alla location in modo unico».
Insieme a lei in questa avventura altri tre gruppi.
«Prospektica lavora con me fin dall’inizio, abbiamo una grande intesa artistica e loro riesco ad esprimere al meglio tutti i miei pensieri e viceversa. C’è una sinergia molto forte, insieme al compositore Davide Lavia di Ravenna, che ha fatto tutte le musiche. Su palazzo Rasponi Murat ci sarà l’adattamento di uno spettacolo di Chartres en Lumières, città gemellata con Ravenna. Stiamo cercando di creare un ponte di luce tra le città per fare scambi culturali tra i due festival».
Cosa si può imparare da un Festival come quello di Chartres?
«Invidio dove sono arrivati, ovviamente è solo questione di tempo. Ci hanno messo 4-5 anni a diventare famosi all’estero. Per il territorio locale il risultato di Visioni d’eterno è stato più che apprezzato con 5000-6000 visitatori al giorno. L’intento è creare un turismo invernale che venga a Ravenna qualche giorno per ammirare i festival e non solo».