Nonni, Barbieri, Malmerendi sono la «Generazione Stroncata» in mostra in pinacoteca

Faenza | 04 Novembre 2017 Cultura
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«Una generazione stroncata» è il titolo della bella mostra in corso alla Pinacoteca di Faenza, dedicata a tre artisti romagnoli della Grande Guerra: Francesco Nonni, Gino Barbieri, Giannetto Malmerendi.
Del primo sono esposti i famosi 55 «disegni da Cellelager», relativi all’anno di prigionia nell’omonimo campo di concentramento tedesco in cui Nonni venne rinchiuso dopo la cattura a Caporetto nel 1917. Matite e carboncini in cui Nonni ritrae la vita al campo e altrettanti pugni nello stomaco: questo artista ci ha sempre mostrato leggiadrie liberty e decò, con un linguaggio aggraziatissimo, al limite del vezzoso, ma qui adotta uno stile espressionista estremamente crudo per farci vedere violenze, privazioni, fame, freddo e malattie. I 55 disegni furono acquistati dal Comune, per la Pinacoteca, nel 1966. La tradizione ha sempre sostenuto che l’artista avesse realizzato il ciclo a Faenza dopo il ritorno dalla prigionia, con i ricordi ancora vividi e gli schizzi presi sul posto; la presenza, tuttavia, della dicitura «Cellelager», seguita da firma e data precisa (15 e 16 marzo 1918) in alcuni originali, pone ora l’ipotesi che siano stati realizzati proprio nelle baracche di prigionia.
Altrettanto toccanti le xilografie di Gino Barbieri, cesenate formatosi all’Accademia di Firenze, partito volontario per il fronte e caduto nel novembre ’17 sull’altopiano di Asiago; dagli esordi entusiastici, se non addirittura celebrativi, della guerra (anche con un ritratto del veneratissimo D’Annunzio), Barbieri passa a uno stile più tormentato e a scene drammatiche, di una realtà sempre più straziante. Il segno di Barbieri, per quanto «duro» è sempre di una perfezione sorprendente se si tiene conto delle condizioni proibitive – letteralmente in trincea – nelle quali lavorò.
Infine, di Giannetto Malmerendi sono esposte xilografie realizzate dopo l’esperienza bellica (durante la quale si era occupato di disegno tecnico di attrezzature) e non prive di suggestioni futuriste (si veda il roboante Bagliori aerei, del 1920-25). (sa.ba.)

Aperta sabato e domenica ore 10-18 (fino al 1 aprile 2018) e in altri giorni previa prenotazione allo 0546/680251. Ingresso libero.
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