E’ ora di dare «Fiato al Brasile»

Faenza | 20 Febbraio 2015 Cultura
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«Anche la musica erudita, in Brasile e non sono lì, ha radici popolari». Se la si guarda sotto il profilo strettamente musicale sarà questa la sfida di «Fiato al Brasile», il festival musicale partito a Faenza mercoledì 18 e al culmine in questi giorni, fino a lunedì 23. Ma la meritoria iniziativa nata in seno alla scuola Sarti con Silvio Zalambani e Donato D’Antonio come promotori e organizzatori, è molto di più. Infatti da quattro anni Faenza è «musicalmente gemellata» con il Dipartimento di Musica di Riberão Preto. Il che significa 26 musicisti, tra studenti e docenti (brasiliani con un estone), ospitati in città per una settimana, per animare un’attività fatta di concerti, naturalmente, ma anche workshop didattici e momenti divulgativi. E la musica sarà quella «classica» brasiliana, intrisa di popolare ovviamente, ma pur sempre scritta su partitura e affidata a fiati, violoncelli e ugole in coro. Venerdì 20 è in programma la «trasferta fusignanese» del festival, all’auditorium Corelli, con il Matuto ensemble in concerto alle 21. Sabato 20, oltre all’incontro con Rafael Leme  al Nove100 alle 18 su «La musica popolare brasiliana», alle 21 al Rione Verde suoneranno l’ensemble Sarti-Usp con Tauno Saviauk e Karen Stephanie (in un repertorio di musica contemporanea), seguiti dall’Amerindia Ensemble di Silvio Zalambani, nuovissimo progetto del sassofonista faentino/fusignanese che uscirò anche dai confini brasiliani rimanendo però in Sudamerica. Sempre di primo piano sarà, come ogni anno, il concerto domenicale al Mic (il 22 alle 18) con Cristina Emboaba, José Gustavo De Camargo, Rafael Leme e il coro e la big band della Sarti. Sarà, infine, un’autentica festa carioca la chiusura di sabato 21, alle 22 allo Zingarò con Vitor Zafer & Roda de Samba.
E la cosa più importante è che «Fiato al Brasile» è un progetto «con radici nella quotidianità», come lo definisce il vicesindaco Massimo Isola, che conferma la natura «laboratoriale» della scuola Sarti, un festival diffuso che torna ogni anno, lascia semi, tocca pubblico e privato, crea legami e fa divulgazione.
«Il festival venne concepito circa sette anni fa da José Gustavo Juliao de Carmago e me circa sette anni fa - racconta Silvio Zalambani - e nel giro di qualche anno l’abbiamo fatto partire. Oggi prosegue il suo corso con successo e nuovi stimoli. Tra l’altro una specie di scambio artistico tra Faenza e il Brasile esisteva già. Abbiamo infatti scoperto che la più importante scuola di violoncello brasiliana è stata avviata da un faentino, Thomaz “Tommaso” Babini». Come a dire che certe volte i festival, oltre che lasciarli, i semi li scoprono già piantati. (f.sav.)

Info www.scuolasarti.com.


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