Torna la «non scuola» al Rasi mercoledì 25
Torna la non scuola con un prologo che parte mercoledì 25 febbraio al Teatro Rasi (ore 21). L'esperienza, che raccoglie i laboratori teatrali realizzati dal Teatro delle Albe ogni anno all'interno delle scuole di Ravenna, è l'occasione per far appassionare al teatro – da vedere e da fare – i ragazzi e creare anche nuove guide, coloro che li accompagnano in questo percorso. Eh si, infatti quando le Albe presero la direzione del Teatro Rasi la non scuola esisteva, con un altro nome, già dal 1991, e le prime guide furono proprio Marco Martinelli (regista) e Maurizio Lupinelli (attore), oggi sostituiti da altri giovani come Alessandro Argnani e Roberto Magnani.
Argnani, che è diventato il coordinatore di questo progetto, spiega come si tratti di un «luogo di incontro per parlare e fare anche altro. Si gioca al teatro e si tessono possibili relazioni, anche per chi, come gli universitari ha bisogno di incontrarsi con gli altri. È inoltre l'occasione per confrontarsi con le nuove generazioni. Tra l'altro andremo a Milano per l'Expo con l'Eresia della felicità e il coro guidato da Marco Martinelli».
In realtà gli spettacoli della non scuola entreranno nel vivo a partire dal 9 marzo e dureranno per un'intera settimana, ma intanto il prologo è affidato ai ragazzi dell'università di Ravenna, come spiega Magnani, guida dello spettacolo Salomè di Oscar Wilde, da cui Richard Strauss trasse un dramma musicale: «è il terzo anno che collaboro come guida con il compositore e musicista Simone Marzocchi, ma sono 12 anni che accompagno i ragazzi alla scoperta del teatro. Il primo spettacolo con Simone è stato Pinocchio, lo scorso anno Mahagonny di Brecht e quest'anno Salomé. Al corso partecipano 30 ragazzi, quasi tutti dell'università di Ravenna. Ci siamo immaginati una piccola orchestra sgangherata, tipo quella di Prova d'orchestra di Federico Fellini. Abbiamo realizzato un'opera dissacrante con le musiche eseguite dal vivo con strumenti improvvisati come lamine metalliche e tubi». Sebbene siano passati molti da quando ha cominciato a seguire con passione i ragazzi Magnani sottolinea come: « l'immaginario è cambiato per forza di cose, ma l'immaginazione, che sta alla base della creatività degli adolescenti e dei ragazzi, quella no». (e.nen)