Arrivano le prime opere: la Fanciulla di Palizzi al Museo d'arte della città

Ravenna | 17 Febbraio 2015 Cultura
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Lunedì è stata fatta l'apertura della cassa dell’opera di Filippo Palizzi "Fanciulla sulla roccia a Sorrento" (1871, olio su tela, cm 54.8×79.5), è giunta al Museo d'arte della città di Ravenna dalla Collezione privata Fondazione Internazionale Balzani. Il Museo d’'Arte della Città di Ravenna si presenta all’ormai tradizionale appuntamento espositivo di fine inverno-primavera, con una mostra in programma dal 22 febbraio al 14 giugno, realizzata grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, e finalizzata a documentare il nostro Paese e le sue bellezze, in quel tratto di tempo, davvero cruciale, che va dall'epopea risorgimentale alla Grande Guerra . Il Bel Paese. L'’Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi, come recita il titolo dell'esposizione, intende restituire, infatti, attraverso diverse sezioni tematiche, la rappresentazione del 'paesaggio' italiano inteso in tutti i suoi aspetti, offrendo anche un palinsesto della società e della cultura dalle premesse dell'Unità alla partecipazione al primo conflitto mondiale, di cui cade il centenario proprio quest'anno. Il tessuto straordinario della realtà geografica e storica italiana, fatto di intrecci e sedimentazioni di testimonianze culturali, rimane sostanzialmente inalterato fino all'avvio della modernizzazione del Paese con il passaggio da un'’economia rurale all’'industrializzazione e ai suoi nuovi processi produttivi. La mostra offre dunque una sequenza di documenti pittorici delle straordinarie bellezze paesaggistiche italiane, e insieme spaccati di vita quotidiana come specchio di diverse condizioni sociali, in un tempo di grandi trasformazioni – politiche, economiche, culturali – rappresentate dai maggiori artisti italiani, ma anche nella prospettiva eccentrica degli artisti stranieri calati nel nostro Paese per ammirarne e dipingerne le bellezze. Una storia, anche, di interpretazioni diverse, in taluni casi a carattere ancora marcatamente regionalistico, in altri, di trasformazioni linguistiche di respiro europeo per un arco di tempo che va dalla pittura dei Macchiaioli all’insorgere dell'’avanguardia futurista. La mostra, curata da Claudio Spadoni, apre con un’'ampia sezione introduttiva con la presenza di alcuni dei più noti dipinti di Induno,Fattori, Lega, Guaccimanni, dedicati all'epopea risorgimentale. Si succederanno poi diversi altri capitoli di questo viaggio nel tempo lungo la nostra penisola, ma anche in sequenza di modelli espressivi, con dipinti dei maggiori artisti del tempo, come Caffi, Fontanesi, Induno, Lega, Bianchi, Palizzi, Previati, Segantini, Costa: vette alpine, vedute lacustri, i più ammirati paesaggi marini, e scorci tra i più pittoreschi delle città mete celebrate del Grand Tour, come Venezia, Firenze, Roma, Napoli, nelle diverse declinazioni degli interpreti di punta del secondo Ottocento italiano, nonché di diversi artisti stranieri. Il Bel Paese è poi raccontato, oltre che per l'’intrinseco fascino degli scorci naturali, nella straordinaria, inconfondibile compenetrazione di natura e sedimento culturale, memorie storiche, anche attraverso immagini suggestive di tradizioni e costumi, grazie ad opere di figure come Signorini, Lega, Michetti, Morbelli, con rappresentazioni della vita quotidiana di una società ancora rurale ma che lentamente si avvia ad una modernizzazione, con artisti quali Fattori, Cammarano, Cannicci, Boccioni, per citare solo pochi nomi. A dar lustro ai molteplici aspetti del nostro Paese non manca la caratterizzazione di personaggi di diversa condizione sociale offerta da Lega, Cremona, Boldini, De Nittis. Quasi un album di famiglia di oltre un secolo fa, a memoria di 'come eravamo'. In questo anche la ricca sezione dedicata alla fotografia, praticamente dagli esordi alla sua progressiva affermazione, ha una parte molto importante, con alcuni dei suoi storici pionieri. La parte conclusiva con opere realizzate tra il primo e il secondo decennio del '900, che documentano le premesse divisioniste chiaramente innestate in un clima europeo, e l'avvento del Futurismo, l'avanguardia guidata da Filippo Tommaso Marinetti, con artisti quali Balla, Carrà, Boccioni, Russolo decisi a spazzare via ogni residuo della cultura e della sensibilità ottocentesche, prima che la GrandeGuerra, vero spartiacque tra i due secoli, segni profondamente anche la continuità e le avveniristiche utopie del movimento.
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