Michele Placido inaugura venerdì 7 la stagione del teatro Rossini
La stagione di prosa del Teatro Rossini si apre con un classico di Shakespeare Re Lear (7-8-9 novembre ore 20.30, domenica anche 16.30), di e con Michele Placido che presenta un testo sempre attuale, più contemporaneo che mai, dove il re britannico è trasfigurato in un patetico ed arteriosclerotico uomo di mezz’età, a significare la decomposizione di un’intera società, l’impraticabilità dell’idea stessa di potere. In bilico tra denuncia sociale ed eclettismo, tra rabbia e demenza, la strabiliante precisione shakespeariana nel descrivere l’essere umano, viene subordinata ad una rilettura agrodolce dei nostri miopi tempi.
Al principio del XVII secolo le teorie di Keplero, Galilei, Hobbes, unite alle idee di Giordano Bruno, stavano prepotentemente rivoluzionando il modo di vedere il mondo. Shakespeare sembra assorbire questo sentimento terrorizzante dell’uomo di fronte al Cosmo, per restituirci questa immensa metafora della condizione umana. All’inizio del dramma Lear rinuncia al suo ruolo, consegna il suo regno nelle mani delle figlie, si spoglia dell’essere Re, pilastro e centro del mondo, per tornare uomo tra gli uomini. Ma questa scelta viola le regole che organizzano l’universo, e quel che ne segue sono «azioni innaturali che generano tormenti innaturali»: figli contro padri, follia, violenza, nel contesto di una natura sconvolta e tutt’altro che benigna. Il palcoscenico è la distruzione del mondo. La storia di Lear è la storia dell’uomo, delle civiltà che si credono eterne ma che fondano il loro potere su resti di altri poteri, in un continuo girotondo di catastrofi e ricostruzioni.
Info 0545/ 38542. Ingresso da 25 a 12 euro.