Elaborazione dei lutti, progetto al Centro famiglie. Il 25 ai Salesiani incontro formativo

Faenza | 24 Febbraio 2014 Cronaca
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Tre giorni di lutto, nella nostra società sono «comprensibili», di più no. E invece, quando si perdono persone care, traumi che spesso destabilizzano la vita e la famiglia, serve tempo e a volte anche un aiuto specifico, magari di uno specialista. E’ il mestiere del «tanatologo» (dal greco, appunto, thanatos, morte), psicoterapeuti specializzati appunto nel sostegno a chi ha subito lutti. Claudia Melandri sta studiando per diventarlo: oltre ad essere psicologa e psicoterapeuta ha seguito infatti un master a Bologna sull’elaborazione dei lutti naturali e traumatici. Ed è proprio lei l’anima a Faenza del progetto Rivivere, un nuovo servizio gratuito di aiuto psicosociale rivolto appunto a chi ha subito un lutto che verrà attivato nelle prossime settimane all’interno del Centro per le famiglie di via degli Insorti. Dopo un incontro informativo, in programma martedì 25 febbraio alle 20.30 al complesso Faventia Sales (al quale parteciperà anche il professor Francesco Campione, fondatore della rete nazionale Rivivere, la psicologa Francesca Bonarelli e Pierangelo Unibosi, dirigente dei Servizi sociali dell’Unione),  sarà la stessa Melandri a condurre una serie di colloqui individuali (almeno sette) che dovrebbero accompagnare le persone nell’elaborazione di un lutto.
«Il problema deriva dalla perdita di una certa cultura della morte e del morire: una volta se ne parlava, non si nascondeva ai bambini, e questo aiutava a vivere  meglio in generale e soprattutto a vivere meglio  l’evento, quando capitava. Ora, invece le persone hanno difficoltà anche a parlarne: quando succede, famigliari e amici non riescono a rimanere sul tema, soprattutto dopo i classici 3 giorni». Naturalmente non per tutti è così: «Dipende dalla persona che si perde e soprattutto dalla relazione che si aveva con lui o con lei (più che dal solo legame di parentela). Il 90% delle persone riesce ad elaborare da solo, ma eventi traumatici possono scatenare alcune patologie psicologiche preesistenti e, ad ogni modo, un sostegno serve». Di qui, l’importanza del percorso: «Cosa faremo? Prima di tutto cercherò di ascoltare queste persone, un ascolto attivo che permetta loro di ricordare chi è mancato, poi mi attiverò per far rielaborare questi pensieri, e permetterne una lettura diversa. Se poi ci sarà bisogno di terapie specifiche o farmaci, lo segnalerò ai medici di medicina generale». Info: 0546/69816-71-73.
(d.ver. - cronacaravenna@settesere.it)
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