Inaugura sabato 15 febbraio la nuova mostra del Mar dedicata all’affresco e alle tecniche per rimuoverla dalle collocazioni originarie
Grande attesa per la mostra «L’incanto dell’affresco, Capolavori strappati da Pompei a Giotto da Correggio a Tiepolo» che inaugurerà sabato 15 febbraio alle 18 e resterà aperta fino al 15 giugno al Museo d’arte della città (Mar). Sono 110 le opere che si potranno ammirare e che ripercorrono la storia dell’affresco da un punto di vista particolare, non quella delle tecniche, bensì quella degli estrattisti, ovvero coloro che furono incaricati di rimuoverli dalla loro sede originale. Fin dall’antichità infatti – già Vitruvio e Plinio parlano di affreschi staccati – venivano realizzate tali operazioni.
La mostra curata da Claudio Spadoni, direttore scientifico del Mar, e da Luca Ciancabilla, ricercatore del Dipartimento di Beni culturali dell’università di Bologna, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio, si divide in sei sezioni, ordinate secondo criteri storico-cronologici, dai primi masselli (con cui si tagliava tutto il muro e si staccavano piccole porzioni dell’affresco) cinque-settecenteschi, ai trasporti settecenteschi, compresi quelli provenienti da Pompei ed Ercolano, agli strappi (si trasporta solo la pellicola pittorica) ottocenteschi, fino alle sinopie (il disegno preparatorio fatto dall’artista sul muro) staccate negli anni Settanta del secolo scorso.
Tra i motivi che hanno portato i curatori a realizzare questo evento, come spiega Spadoni: «E’ la prima mostra che ripercorre l’intera storia degli estrattisti, sulla scorta dell’auspicio fatto dal critico d’arte Roberto Longhi ‘perché spargerebbe riflessi preziosi anche sulla storia del gusto italiano e del suo atteggiarsi verso il proprio passato’. È una storia affascinante e sconosciuta se non agli addetti ai lavori. Sicuramente per le difficoltà che abbiamo incontrato sarà anche la prima e l’ultima: sarà un punto di riferimento imprescindibile di ogni tempo e area geografica, con un catalogo corposo, diviso in due volumi, con saggi dei maggiori specialisti del settore. Una storia eminentemente italiana, sia per gli artisti che eseguirono gli affreschi sia per gli estrattisti. La scoperta di Ercolano e Pompei stuzzicò gli appetiti antiquariali di molti collezionisti: così molti affreschi presero la strada dell’estero. Così furono diversi gli stati italiani che furono costretti a regolamentare l’asportazione di affreschi e la fuoriuscita di opere d’arte dal paese. È una mostra che ha che fare molto con la tutela del patrimonio artistico e quindi con le esposizioni che abbiamo realizzato sugli storici dell’arte, sia Roberto Longhi che Corrado Ricci».
prosegue su setteserequi in edicola dal 14 febbraio