CERVIA | Patuelli: «Serve fiducia». Squinzi: «Prima emergenza il lavoro»
Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana e della Cassa di Risparmio di Ravenna, chiede uno slancio di fiducia a tutti, che la pagina più nera di questa crisi è già stata scritta. Giorgio Squinzi, numero uno di Confindustria e del Gruppo Mapei, chiede invece un'Italia con meno tasse su imprese e lavoro e con meno burocrazia. Sono queste, in estrema sintesi, le ricette emerse sabato 6 dal dibattito di Cervia organizzato da Confcommercio Ascom.
La prima emergenza, per il numero uno di Confindustria, «è il lavoro -
spiega Squinzi -. Non solo rischiamo di perdere 2-3 generazioni di
giovani, ma sono molto preoccupato dalla fuoriuscita dei 50-55enni dal
mondo del lavoro».
L'uscita dalla crisi è comunque possibile: «Dateci
un Paese normale, poi vedrete come riparte l'economia con gli
imprenditori che abbiamo - commenta Squinzi -. Non ci possono volere due
anni e mezzo per una valutazione d'impatto ambientale come quella che
ci è voluta per l'ultimo investimento che ho attivato nel petrolchimico
di Ravenna alla Vinavil: uccidiamo la burocrazia. I controlli sono
necessari, ma servono tempi rapidi e certi. In Canton Ticino ci mettono
60 giorni. E' anche per questo che le imprese delocalizzano, non solo
per pagare meno tasse».
«Ci sono due crisi in una: quella reale e
quella dovuta alla mancanza di fiducia - analizza Patuelli -. Infatti,
se da un lato sono aumentati disagio e povertà, dall'altro è cresciuto
il risparmio, segno inconfutabile che anche chi può non spende per paura
del futuro. Mentre superare la crisi reale non è facile, quella di
fiducia è più semplice».