CERVIA | Patuelli: «Serve fiducia». Squinzi: «Prima emergenza il lavoro»

Cervia | 08 Luglio 2013 Cronaca
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Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana e della Cassa di Risparmio di Ravenna, chiede uno slancio di fiducia a tutti, che la pagina più nera di questa crisi è già stata scritta. Giorgio Squinzi, numero uno di Confindustria e del Gruppo Mapei, chiede invece un'Italia con meno tasse su imprese e lavoro e con meno burocrazia. Sono queste, in estrema sintesi, le ricette emerse sabato 6 dal dibattito di Cervia organizzato da Confcommercio Ascom.



La prima emergenza, per il numero uno di Confindustria, «è il lavoro - spiega Squinzi -. Non solo rischiamo di perdere 2-3 generazioni di giovani, ma sono molto preoccupato dalla fuoriuscita dei 50-55enni dal mondo del lavoro».
L'uscita dalla crisi è comunque possibile: «Dateci un Paese normale, poi vedrete come riparte l'economia con gli imprenditori che abbiamo - commenta Squinzi -. Non ci possono volere due anni e mezzo per una valutazione d'impatto ambientale come quella che ci è voluta per l'ultimo investimento che ho attivato nel petrolchimico di Ravenna alla Vinavil: uccidiamo la burocrazia. I controlli sono necessari, ma servono tempi rapidi e certi. In Canton Ticino ci mettono 60 giorni. E' anche per questo che le imprese delocalizzano, non solo per pagare meno tasse».
«Ci sono due crisi in una: quella reale e quella dovuta alla mancanza di fiducia - analizza Patuelli -. Infatti, se da un lato sono aumentati disagio e povertà, dall'altro è cresciuto il risparmio, segno inconfutabile che anche chi può non spende per paura del futuro. Mentre superare la crisi reale non è facile, quella di fiducia è più semplice».


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