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Continua la collaborazione tra l’amministrazione di Castel Bolognese e l’associazione «Amici del Mulino Scodellino». Una convenzione ad hoc rinnovata di recente, i fondi stanziati da Regione e Comune e il lavoro dei volontari dell’associazione hanno permesso, nel giro di pochi anni, di riportare ai «vecchi fasti» uno dei più antichi manufatti emiliano-romagnoli e cancellare i segni dovuti a un lungo periodo di incuria.
Molto soddisfatto dei risultati ottenuti l’assessore alla Cultura Giovanni Morini. «Sono molto contento del lavoro svolto finora. Nel giro di pochi anni il Mulino Scodellino ha cambiato faccia. I lavori di restauro sono partiti durante il mandato di Daniele Bambi, quando dalla Regione arrivò un prezioso contributo per la messa in sicurezza dello stabile. Una volta conclusa questa fase - spiega Morini - sono entrati in gioco gli ‘Amici del Mulino Scodellino’, che grazie alle loro conoscenze in materia di costruzioni e all’immancabile passione sono riusciti a ridare vita al Mulino. Il prossimo traguardo sarà la messa in sicurezza dei locali interni, in modo che il Mulino possa essere visitabile al 100% e divenire così il museo di se stesso. Da ultimo vorrei sottolineare il fatto che tutto questo è stato reso possibile dalla creazione di un’ottima sinergia tra le parti, compreso il Consorzio di Bonifica, che ha svolto dei lavori importanti per la sicurezza idrogeologica del canale e degli argini».
Entusiasta e già con lo sguardo rivolto al futuro la presidentessa dell’associazione «Amici del Mulino Scodellino» Rosanna Pasi. «Una delle cose che mi fa più piacere è vedere l’entusiasmo col quale i nostri volontari si dedicano al restauro del Mulino. Al momento stanno lavorando alla sistemazione delle macchine che, una volta ultimata, potrà considerarsi un ulteriore valore aggiunto a un manufatto che già adesso presenta tratti di unicità».
Un monumento dalle molte sfaccettature. «La cosa che ci sta più a cuore - ha dichiarato Rosanna Pasi - è riuscire a trasformare il Mulino in un luogo che svolga una funzione socioculturale. Lo era un tempo, quando rappresentava uno dei pochi punti di ritrovo della zona, e deve continuare ad esserlo. Per questo ci sembra necessario un confronto con l’amministrazione per inquadrare le attività che il Mulino potrebbe ospitare e per evitare che il restauro rimanga fine a se stesso. Dal nostro canto abbiamo già organizzato delle iniziative in passato e abbiamo già delle idee per il futuro. Il Mulino dovrebbe configurarsi come una residenza per artisti, come un luogo in cui poter realizzare le più disparate iniziative culturali. Inoltre, come ogni monumento che si rispetti, di comune accordo con l’amministrazione riteniamo fondamentale una migliore segnaletica che permetta anche a chi viene da fuori di raggiungere facilmente il Mulino». (Carlo Alberto Nenni)
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